Linea… di pensiero. Vivere con amorevolezza

Vivere con amorevolezza. Prendo spunto da San Giovanni Bosco, il fondatore dei Salesiani. Un raffinato educatore con il suo sistema “preventivo” fondato  su tre pilastri quali la ragione, la religione e l’amorevolezza. Essere amorevoli, ovvero avere una propensione di benevolenza e di affetto per gli altri, in una società che sprona ad essere egocentrici, indifferenti e distaccati non è per niente facile. Eppure dovremmo educare all’amorevolezza, al diffondere il bene, ad avere attenzione per l’altro, ad essere più dediti all’ascolto. L’ amorevolezza porta a sprigionare il bene interiore a partire dal volto.

Un volto sereno e pacifico, inondato di splendore, illuminato di luce e di tenerezza che spalanca gli occhi e sa accogliere la bellezza della diversità di ogni altro. “Ecco ci sono e ti ascolto!”, “Parla sono qui per te a dedicarti il tempo di cui necessiti”. Perché l’amorevolezza dà valore al tempo, non lo spreca ma lo dona. L’ amorevolezza non ha fretta di dire, ma ha fretta di dare spazio e tempo! Le parole quindi non saranno mai invadenti ma saranno presenti e interverranno nei modi giusti per offrire respiro e mitezza. Tanto che così le persone si sentiranno accolte e stimate.

L’amorevolezza ha un obiettivo primario che è quello di partecipare con l’altro perfino emotivamente, e quindi di realizzare legami solidi: “un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio”, in cui è “beato colui che ama l’altro quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui”.(Papa Francesco – Enciclica Fratelli Tutti)