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Linea… di pensiero. Si può essere migliori?
Si può sempre offrire di più! Migliorare deve essere un imperativo categorico del nostro vivere. Mai adagiarsi su ciò che é stato acquisito. Non si finisce mai di imparare, di apprendere, di amare. Migliorare nell’amare è rendere feconda la relazione! Migliorare è avere lo sguardo in avanti e non portare rancori. È “sapere di non sapere” anche quando si sono raggiunti livelli alti di conoscenza. Migliorare è lasciare aperta una porta senza ancora che si sappia cosa potrebbe esserci. È quindi fidarsi dell’imprevisto e del nuovo. Migliorare è avere abbandonato la parola “tutto” e averla sostituita con la parola “ancora”. Ancora da scoprire, da amare, da conoscere, da vivere, da credere. Se l’amore si alimenta “dell’ancora” non sarà mai una noia, una ripetizione, una routine, un tutto già dato. Ma sarà sempre scoperta, sorpresa, senso, significato. Ecco che Dio nasce ancora, ama ancora! Lo fa ogni giorno! Migliorare è avere sempre il desiderio di fare esperienze. Di godere di ciò che si ha e si è, anche se già sperimentato, ma farlo secondo “nuove prospettive”. È come quando si vede un luogo già visto. Ogni luogo non è mai uguale a ieri. Noi e il luogo cambiamo con il tempo ed essere aperti è saper vedere da altre angolazioni. Migliorare è dare una svolta al nostro modo di fare secondo stereotipi assodati. È migliorare il nostro modo di mangiare, di rapportarsi al nostro corpo, agli altri, all’ambiente che ci circonda. Migliorare è volerci bene in modo diverso. È voler bene in modo diverso a chi abbiamo vicino, perché capaci di saper scoprire la stessa persona in modi nuovi e comprendere che un essere umano è sempre qualcosa di inaspettato e di sorprendente. È saper vedere oltre gli occhi con prospettive mai prese prima in considerazione. È rivoluzionare il nostro modo di leggere il mondo cambiando visione. Cambiando posizione, lessico e grammatica. Migliorare per essere instancabili cercatori del bene degli altri. Ogni evento, progetto, lavoro ha i risultati migliori quando non si fa secondo schemi già fatti ma quando si parte da quegli schemi e si aggiunge creatività, innovazione, relazione costruttiva, entusiasmo e passione.