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Linea… di pensiero. Preposizioni semplici!
Prendo spunto dalle preposizioni semplici. A scuola la maestra quando le presentava le scandiva musicalmente e le pronunciava con l’aiuto della sua mano. Per noi alunni era come farci giocare con le parole, e le nostre dita le contavano armonicamente in sequenza fino a 9: “di, a, da, in, con, su, per, tra fra”. Preposizioni che legano e che creano un collegamento di significato con altre parole. Indispensabili nella loro sinteticita’. Ne prendo alcune come stimolo alla riflessione. Di, solitamente usato per dire che una cosa è di qualcuno. Ma anche il bisogno di qualcuno. “Ho bisogno di te”. Ma quanto è potente il “di” che è seguito da “tutti”. Questo mare è di tutti! Questa terra è di tutti! Questo cielo è di tutti! Nessuno escluso. È anche mio, ma è soprattutto di tutti!
E poi “in” a sottolineare che la vita è sempre un in-sieme che in-clude. Sei in me ed io sono in te! Ho fiducia in te, credo in te! E ancora il con. “Con” perché sebbene sia importante essere soli, stare da soli, “essere con” è qualcosa di arricchente e di edificante. È bello stare con te, fare le cose con te, leggere con te, giocare con te, mangiare con te, studiare con te, lavorare con te. Ed anche con voi, con gli altri in una dimensione che richiama lo stare in gruppo. Ma le preposizione che più colpisce e fa riflettere é il “per”. Il per moltiplica sempre. È capace di generare. Fallo per me! Sii per me punto di riferimento. “Questo pane è per tutti”. Come a signifcare che il bene produce ancora più bene fino a traboccare, a non essere mai sazio. Il bene che è sovrabbondante, esagerato, senza limiti. Il per che dilata, estende, amplifica. Ecco il fare le cose per bene. Ed anche essere una persona per-bene (per diffondere il bene). Che appunto amplifica il bene e così lo si percepisce e lo si coglie e riceve. Bella e significativa la frase “in Cristo, con Cristo, per Cristo”. Quasi a dire che se manca il per, viene a mancare tutto il resto!
Ecco il “vivo per lei, per lui, per te!” Vivere per gli altri. Certo anche per me. Ma un vivere con una apertura che mi permette di mescolarmi tra gli altri. Perché “essere tra” è desiderio di in-contro, di relazione, di con-taminazione, di con-divisione perfino di con-templazione!