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Linea… di pensiero. L’uomo non può essere sostituito
Intelligenza artificiale? Si, ma “cum grano salis” e sempre accompagnata dall’intelligenza emotiva! Si parla molto di intelligenza artificiale. Di programmi e chat che hanno l’obiettivo quasi di “sostituire” la presenza umana. In grado, in tempi rapidissimi, di offrire risposte, “certe ed esaustive!?”, su infiniti e disparati argomenti e questioni. Ovvero perfino di computer con programmi capaci di simulare le capacità e i comportamenti umani! Può una macchina svolgere attività come quelle umane? È un campo nuovo e come ogni cosa emergente é doveroso un impegno profondo di conoscenza e di attenzione. Gli strumenti devono essere sempre guidati dalle persone. Che non siano mai gli strumenti a guidare le persone!
È sempre l’intelligenza umana che crea e da valore a quello che si fa. Quindi è la stessa intelligenza umana che deve saper controllare il presente e tutto ciò che esso contiene. Chi non sa controllare il presente rischia di vivere una “normalità fragile” in cui tutto si fa, per essere al passo con i tempi e cogliere le occasioni, ma poco si pensa. E quindi con conseguenze non sempre edificanti per la nostra vita, specialmente per la nostra sfera interiore. Bisogna a livello educativo lavorare di più sulla intelligenza emotiva per aiutare le persone ad acquisire abilità sociali indispensabili per vivere nella complessità di una società che sfida con le sue tecnologie le nostre capacità biologiche e psicologiche. Che le mette continuamente a “dura prova” causando un agire più istintuale che “pensato”. Ecco l’importanza di crescere nel proprio autocontrollo, di frenare l’impulsivita’ che può causare scelte non meditate e quindi fatte senza “senno”!
E poi la necessità di stimolare la motivazione nelle persone, invitandole a scoprire il loro essere più profondo. Ed ancora avere la consapevolezza di quello che sono le nostre potenzialità, le nostre doti ma anche educare all’ascolto, al rispetto dell’altrui visone del mondo. Spronare a vivere una intensa dimensione interiore e spirituale e a sviluppare una maggiore empatia con i nostri simili. Di fronte all’intelligenza artificiale occorre che si espanda una più intensa capacità di analisi critica, un pensiero profondo che non si fermi alla superficie delle cose ma scavi e approfondisca. Occorre la fatica del pensare non certo la faciloneria del “tutto e subito con un clic”.
Ciò che si acquisisce con la velocità non è detto che sia utile agli obiettivi da raggiungere. Spesso la fatica della prudenza porta maggiori benefici: slow and less is more!