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Linea… di pensiero. La fatica di essere uomini
È assai più facile credere a Natale. Ed anche a Pasqua. Ma credere il Venerdì di passione e di morte di Gesù su una croce è una fatica e un dolore che non trovano ragione. Forse solo fede. Ma anche la fede ha il suo costo oneroso di abnegazione e speranza che fa soffrire anche il cuore più amante e più accogliente. Ed ecco le parole di Davide Turoldo a dare prospettiva:
“(….) Fede vera
è al Venerdì Santo
quando Tu non c’eri
lassù.
Quando
non una eco
risponde
al suo grido
e a stento
il Nulla
dà forma
alla Tua assenza”.
Il grande male nella storia dell’umanità è segnato dal mettere in croce e uccidere addirittura il Figlio di Dio, ovvero Dio stesso. Così ogni giorno nel mondo da sempre si uccidono tante persone e Dio è inascoltato: “non uccidere!” Perché è Dio che dona la vita e la dona in eterno. Ed è l’uomo che libero di essere e di fare ab-usa della sua libertà per causare il male. “Se c’è il bene, se c’è Dio, donde il male?” Viene da dire con Sant’Agostino! Il male che è connaturato nel mondo, da sempre, con modalità diverse, ma costantemente è presente un male che fa prevalere il potere delle cose molto più importanti delle persone. E così l’uomo nel mondo deve cercare di non essere “del mondo” (la grande tentazione di non riuscire a liberarsi appunto dal potere di avere e di possedere) e deve saper discernere per usare la libertà in modo da operare per il bene. “Io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male… Scegli dunque la vita!” (Deuteronomio).
Ma la morte e il male “servono” per aumentare l’avere, il possesso dei beni. Per conquistare terre, per allargare spazi, confini, per appropriarsi delle ricchezze gratuite della terra, che portano ricchezze personali. Il potere dell’avere che si fonda sul proprio bene personale o di parte e non su quello da con-dividere! E allora si invade, si consuma, si sfrutta, si inganna. Si fanno guerre per pezzi di terra. Si uccide per eliminare chi impedisce di “salire al potere”. E uccidendo uomini e donne e perfino bambini, si uccide Dio! Il mondo non avrà mai prospettive di pace eterna. È un caos che genera caos. Il male e il bene sono problemi eterni! Tanti invocano la pace e ne fanno un baluardo di buoni propositi e intenti. Ma pochi vivono la cultura della pace! L’ auspicata “Pacem in terris” di Papa Giovanni nel 1963 a distanza di oltre 60 anni ci dice che siamo ancora in un mondo segnato dalla fatica del vivere in pace perché siamo caotici, disordinati, bramosi di avere e di dominare. E così nonostante sia possibile una vita dignitosa per tutti (questo pane é per tutti!) domina l’ingiustizia. E la storia del novecento intriso da due guerre mondiali non ci ha insegnato granché.
Ecco “la fatica di essere”, la fatica di essere uomini, la fatica di essere donne, la fatica di essere credenti, la fatica di essere generosi, onesti, la fatica di essere operatori di pace e di infondere il bene su questa terra! Ma poi arriverà, solo dopo la croce, dopo la fatica e ferita del vivere terreno, la resurrezione e allora vi sarà quella giustizia tanto attesa, quel convivere in pace e in letizia. Un paradiso rigenerante che ripagherà i tanti oppressi. Verranno tempi di pace eterna. Ma solo risorgendo, solo nella Pasqua.