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Linea…di pensiero. Alla ricerca dell’armonia

Una delle massime conquiste per vivere bene é stabilire una sintonia con il proprio io interiore e costruire rapporti sociali fondati sulla concordia e la comunione. Prima di tutto occorre essere in accordo con se stessi, vale a dire sforzarsi continuamente di conoscersi e di approfondirsi, di saper passeggiare nella propria anima, ascoltando quello che si muove dentro di noi. Io non solo “ho” un corpo ma “sono” un corpo che desidera trovare spazio e accoglienza. Abbiamo necessità di liberare i nostri profondi desideri, le nostre aspirazioni, i nostri bisogni da soddisfare per dare senso al nostro vivere, alla nostra presenza nel mondo. Per questo come accade per uno strumento musicale per dare armonia al nostro essere dobbiamo spesso ri-accordarci.
Ma non basta raggiungere un equilibrio interiore. Dobbiamo faticare per trovare anche un equilibrio con gli altri. Con quanti dobbiamo ogni giorno incontrare nel nostro cammino. In tutti quegli ambiti di vita sociale (reale e virtuale) in cui siamo chiamati o “costretti” a relazionarci. Non è sempre facile essere sulla stessa “lunghezza d’onda”. Anzi spesso emergono divergenze e interferenze che portano a voler primeggiare, a salire su piedistalli dei vincitori, a gonfiare il proprio io e a farlo emergere in modo vanitoso e presuntuoso. Tanti rapporti, anche quelli più intimi, così si reggono sul “filo di lana”, sono fragili e caduchi fin dal loro nascere (in quanto obbligati o scelti in modo frettoloso e istintivo). Ma altri sono solidi e luminosi, spesso nati inaspettati e in modo imprevedibile. E allora ti accorgi del bene che esiste nel profondo dei cuori di tante persone incontrate e percepisci un affiatamento, una comunanza che ti lascia attonito e meravigliato per la piena sintonia e intesa che nasce tra persone che non hanno bisogno di chiedere niente o di ricevere niente, se non il rispetto di sapersi ascoltare, di sapersi donare affetto e stima in modo spontaneo e gratuito.
Vivere in comunione, in concordia, saper tacere, “mordersi le labbra” per non ferire con parole di fuoco, piene di ira e di maldicenze! La sintonia porta a far uscire “il fuoco della parola”, ovvero quella parola che inonda di calore, di sostanza, di fondamenti, di solidità che dona il bene, il pieno rispetto dell’altro nella sua unica bellezza: accogliendo l’altro con il “suo caos” che incontra il “nostro caos”. Ed entrambi consapevoli del bisogno reciproco di ricercare un sano equilibrio con l’ascolto, l’affetto, l’ospitalità, il dono incondizionato di darsi, di spendersi per amarsi e per amare.