Linea… di pensiero

Sono venute alla luce molte ombre. Il Coronavirus ha fatto emergere alcuni buchi neri nel nostro sistema economico. Stiamo rischiando di gettare  interi raccolti di prodotti agricoli per mancanza di operai. “La messe è tanta e gli operai sono pochi!” Un grande paradosso a fronte di centinaia di migliaia di disoccupati, di percettori di reddito di cittadinanza e di percettori di sussidi. Il sistema agricolo si viene a sapere che si è sempre affidato ai lavoratori stranieri che ogni anno sono accolti regolarmente in Italia per lavorare per la stagione estiva nei campi. La chiusura delle frontiere non permetterà il loro ingresso a causa del Coronavirus. Le imprese agricole dovranno sperare negli italiani. Sarebbe gravissimo se la  generosa terra che dona molti frutti non trovasse braccia altrettanto generose per essere accudita e venissero gettati interi raccolti di frutta e verdura. Altro tema, a questo collegato, è quello dei braccianti “invisibili” che riguarda molti stranieri irregolari, che vivono in Italia, a cui è scaduto il permesso di soggiorno, impiegati soprattutto al Sud. Per questi è doveroso trovare forme di regolarizzazione come bene ha sottolineato anche Papa Francesco. “È dunque auspicabile che le loro situazioni escano dal sommerso e vengano regolarizzate, affinché siano riconosciuti ad ogni lavoratore diritti e doveri, sia contrastata l’illegalità e siano prevenute la piaga del caporalato e l’insorgere di conflitti tra persone disagiate”. È giusto e doveroso assistere i bisognosi, offrire bonus spesa e sussidi a chi rimane senza lavoro (ed è esemplare quanto faccia il volontariato, mettendo anche in luce l’aumento vertiginoso di gente che ha fame e che chiede aiuto!), ma occorre una nuova stagione di responsabilità che “condizioni” chi riceve un sussidio a impegnarsi per essere utile alla propria comunità. Il diritto di ricevere dovrebbe tradursi nel dovere di donare qualcosa in cambio. Almeno un po’ del proprio tempo da dedicare al mondo del volontariato. Ma coloro a cui è offerto di lavorare da subito non si nascondano dietro scuse improprie e puerili per scansare la bellezza e la “fatica” della terra. Essa saprà ampiamente ricompensare coloro che sono disponibili a chinarsi su di essa!