L’indagine

Anziani, un futuro tutto da costruire. Anche da parte della Chiesa. Nonostante l’impegno di papa Francesco. Nonostante le sue 18 catechesi sul tema della vecchiaia. Nonostante l’invenzione di un evento di alto valore simbolico, come la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Nonostante l’età media dei fedeli sempre più elevata. Ecco, nonostante tutto questo sulla pastorale per la terza – e quarta – età, il dato ricorrente nelle diocesi italiane si chiama confusione e incertezza. Innanzitutto, sul dato culturale collegato alla condizione degli anziani che viene associato troppo spesso alla solitudine, alla non autosufficienza, all’assistenza sanitaria. Insomma, siamo ancora fermi alla senectus est ipsa morbus, come spiegava lo scrittore latino Terenzio. Ma intanto sono passati duemila anni e, soprattutto in un’epoca in cui le persone con i capelli grigi rappresentano un quarto della popolazione italiana, sarebbe necessario un salto di qualità culturale. E pastorale. Ma come farlo se non conosciamo lo stato dell’arte? È la domanda da cui è partita la Fondazione Età Grande promossa dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, che nell’autunno dello scorso anno ha commissionato alla Ipsos una ricerca sulla cura pastorale rivolta agli anziani nelle diocesi italiane.

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