L’evoluzione dell’educazione al rispetto della legalità

Nella Sala Consiliare della Provincia  si è tenuta l’apertura dell’anno sociale del Serra Club con un ospite autorevole, Annalisa Maritan, Comandante della Polizia Municipale di Livorno che ha tenuto una conferenza dal tema molto attuale: “L’evoluzione dell’educazione al rispetto della legalità”.

Alla presenza delle massime autorità civili e religiose, il Presidente del Serra, Emanuele Tattanelli, ha rivolto ai presenti il saluto di benvenuto e di ringraziamento, sottolineando come la realtà che stiamo vivendo sente sempre più la necessità di un accordo tra istituzioni e società civile perché molto forte si percepisce una sensazione di insicurezza.

La Dottoressa Maritan, Comandante a Livorno dal 2020, ha introdotto il suo intervento partendo da una breve storia del Corpo dei Vigili urbani, che contrariamente a quanto si crede nasce anteriormente ad altri corpi: nel 1745; 278 anni fa. Se guardiamo a Firenze essa festeggia il 169° anniversario; nel 1852, a Pisa troviamo le prime tracce di Polizia locale nel Granducato di Toscana; a Genova invece nel 1853 e a Torino nel 1861 nascono i primo drappelli di Guardie Municipali.

Ritornando a Livorno dunque, dai documenti risulta che le Guardie Comunali costituivano la scorta d’onore al Gonfaloniere Cav. Andrea Zorzi e addirittura negli ann1848 e 1849 lo spirito di unità ispirato a principi patriottici crebbe fino a ricoprire ruoli fondamentali nella storia europea.

Nel “Diario Livornese” riguardo i contributi risorgimentali di Livorno viene ricordato il sacerdote Giobatta Maggini il quale nei primi moti del 1847 aveva partecipato ed era andato in Lombardia e al ritorno entrò come “Cappellano nel Corpo delle Guardie Municipali, Corpo ben ordinato e fiero su quale fece massimo affidamento il Guerrazzi”. L’11 maggio 1849 il sacerdote fu trascinato in Fortezza davanti al plotone di esecuzione, senza processo, privato della dignità del condannato che pregava per ottenere il conforto religioso che gli fu negato; morì fucilato. Il suo nome ora compare, insieme agli altri caduti, nella lapide sotto la Porta di San Marco a storica memoria.

Il Corpo delle Guardie comunali fu sciolto il 15 giugno 1862 e diviso in due diversi Corpi, uno denominato Corpo dei Pompieri e l’altro Corpo Guardie Municipali. Il 2 ottobre 1866 il nuovo Corpo delle Guardie Municipali entrava in funzione con l’applauso unanime della cittadinanza di Livorno.

L’anno 1979, segna una svolta in quanto abbiamo l’ingresso delle donne e oggi abbiamo nel Corpo87 donne e 104 uomini. Interessante come nel tempo le finalità del Corpo non siano cambiate.

Infatti se confrontiamo il proclama del Sindaco Sansoni del 1866 dove invitava i membri del Corpo ad   avere un contegno dignitoso e severo, pacato e risoluto, con urbanità di modi, brevità di parole, compostezza negli atti, non dimenticando di essere strumento di ordine e moralità dovendo ovunque presentare l’immagine della legge; nella Carta di Monticiano del 2010, viene ribadito che i valori e le competenze che sono alla base dell’etica per la polizia locale sono: il rispetto, la lealtà, la responsabilità verso il ruolo e verso terzi, l’imparzialità, empatia, credibilità, affidabilità.

La Comandante Maritan ha quindi focalizzato l’attenzione all’oggi, facendo intervenire alcune testimonianze ed è stato sottolineato che per la vicinanza delle guardie alla popolazione da molti cittadini continuano ad essere chiamati “vigili urbani”. Sono cambiati gli strumenti e i mezzi che favoriscono la capillarità sul territorio sempre per la tutela dei cittadini e con un’attenzione particolare ai bambini e ai giovani. In questi ultimi anni sono stati anche realizzati dei progetti con le scuole di ogni ordine e grado per educare i giovani alla guida sicura e alla legalità.

Il Sindaco Salvetti, presente in sala ha ricordato come proprio in questi ultimi anni si siano conseguiti dei risultati positivi specie nei quartieri Nord proprio perché il Corpo ha operato in sinergia con le altre forze dell’Ordine. Anche il Vescovo Monsignor Simone Giusti a conclusione dell’incontro ha elogiato questa nuova modalità di operare augurandosi che anche nella società si possa avere un cambiamento di atteggiamento e assistere così ad una diminuzione della trasgressione della legge con i cittadini capaci di discernere il bene dal male e che hanno nei valori della Costituzione il faro per realizzare una società più giusta dove ogni cittadino concorre non solo al progresso materiale, ma anche spirituale della società.