Diocesi
L’eucarestia, nutrimento dell’anima
La celebrazione e la processione per le vie del centro

Nella festa del Corpus Domini, il vescovo Simone sottolinea l’importanza di una vita che si nutre dell’Eucarestia. Ma il cristiano non ha solo bisogno di nutrirsi, ha il compito di portare Cristo agli altri, soprattutto ai più poveri. Queste le sue parole della meditazione al termine dei Vespri in Cattedrale.
Grazie a Dio, nei momenti più bui della storia dei nostri popoli emergono sempre voci, gesti, dinamiche e persone che, guidate dallo Spirito, come un faro nella notte, non smettono di indicarci il cammino. Ne è un esempio sant’Oscar Arnulfo Romero (1917 – 1980), arcivescovo di San Salvador dal 1977 al 1980. Con il suo annuncio del Vangelo e la sua denuncia delle ingiustizie subite, rifiutò la violenza rivoluzionaria. Sapeva come raggiungere gli emarginati, accogliendo Cristo nelle madri dei desaparecidos, nei contadini sfruttati ed espropriati. Subì il calvario della persecuzione, mentre celebrava la Messa nella cappella dell’Ospedale della Divina Provvidenza. Vero “Corpus Christi”!
A noi oggi non ci è chiesto il martirio del sangue ma di fare la scelta per i poveri a partire dall’eucarestia domenicale.
Se ci può essere un modo di celebrare l’eucaristia che esclude il povero, c’è anche un modo semplice di celebrare la liturgia grazie al quale il povero non è escluso ma si sente accolto e si trova a suo agio, dunque riconosciuto nella sua dignità umana e cristiana.
L’assemblea liturgica cristiana è il luogo dove il povero deve essere accolto, riconosciuto e perfino onorato. Quest’accoglienza non si esaurisce certamente in una semplice questione di posti da assicurare per tutti ma è un’accoglienza che si esprime nello stile stesso della celebrazione. Uno stile semplice e tuttavia nobile, che narrando la bellezza di Dio e non umilia la povertà del povero. Cristo è il pane di Dio che ci affratella e ci riconcilia affinché chiunque cammina con noi, non sia più un estraneo ma sia riconosciuto come prossimo e compagno di viaggio. E dalla tenda dell’Eucaristia, dall’offerta della vita perché altri abbiano vita, dal perdono dei persecutori proprio là dove si consuma la loro violenza, la presenza del Signore genera comunità cristiane in cui s’impara sempre di nuovo a fare del dialogo, della riconciliazione e della pace il cammino per la guarigione di questo mondo ferito da odio, inimicizia ed egoismo.
Non dobbiamo privare i poveri di questa immensa ricchezza perché più semplice, fare gli assistenti sociali che trovare le vie per l’annuncio del Vangelo al povero!
La più grave povertà è non conoscere Dio ha affermato recentemente Papa Leone XIV È questo che ci ricordava Papa Francesco quando in “Evangelii gaudium” (n°200) scriveva: «La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale. L’immensa maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede».
le foto scattate da Antonluca Moschetti






































































































