L’Eucarestia non è una preghiera

In questi giorni di restrizioni si ripete come una litania: si può pregare anche a casa… In realtà, le famiglie “cristiane” che pregano insieme sono davvero rare, e ancora più rare sono i singoli “cristiani” che si ritirano in preghiera nella propria camera. Non so se in questo tempo di preoccupazione sia rinata la preghiera nelle case cristiane (le Messe si sono moltiplicate tra le dirette Tv, Radio, Facebook, YouTube, ecc). La famiglia è definita “chiesa domestica”: ma siamo certi che le nostre famiglie siano chiese viventi?! Non so… ma molti politici “cattolici” dicono che pregano persino meglio nelle loro case: meno distrazione, più silenzio, più raccoglimento (ma dove hanno nascosto i telefonini, Tv, radio, internet, ecc??). Qualche showman ha persino proposto di pregare nel bagno (una volta a consigliare erano i preti), tanto Dio ci sente ovunque… il problema è un altro: pretendiamo sempre che Dio ci ascolti, ma noi l’abbiamo mai ascoltato Dio??

IN CHIESA SI VA PER PARTECIPARE ALL’EUCARESTIA, ma molti “cristiani” hanno perso il senso, tanti non sanno neppure cosa significa l’Eucarestia e per questo la confondono con la preghiera. L’Eucarestia, non è una preghiera, è molto di più, è partecipazione all’evento della morte e resurrezione di Gesù: è morire al peccato e risorgere contemporaneamente alla vita nuova con Gesù… L’Eucarestia ti trasforma, ti cambia dentro e fuori! Mi fermo qui… non vorrei risultare troppo mistico! In questo tempo, chiusi nelle nostre case, non possiamo partecipare all’Eucarestia, per questo preghiamo perché POSSIAMO PRESTO TORNARE NELLE NOSTRE CHIESE, non per pregare, ma per partecipare all’Eucarestia!