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Legge anti-omofobia? Sia chiara, il ddl Zan va corretto
La legge contro l’omofobia «dev’essere chiara e non prestarsi a sottintesi». Sebbene resti la convinzione che «non ci fosse bisogno di questo disegno di legge perché c’è già tutta una legislazione suifficiente a tutelare le persone contro le discriminazioni e le violenze», se poi in Parlamento «decidono di andare avanti», e dunque «se si ritiene utile una legge specifica contro l’omfobia, va bene», ma occorre «la chiarezza»: perché «così com’è ora è un testo che si presta a essere intepretato in varie maniere e può sfociare in altre tematiche che nulla hanno a che vedere con l’omofobia, gli insulti o le violenze». Il pensiero del cardinale Bassetti – ripreso qui da un’intervista a Gian Guido Vecchi pubblicata sul «Corriere della Sera» di lunedì 17 maggio – è semplice e trasparente, ma non certo nuovo. Eppure una dichiarazione del presidente della Cei a margine della Messa domenicale nella sua Perugia per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali aveva creato un cortocircuito mediatico, con parole interpretate come un’innovativa apertura al ddl Zan. Invece, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve ha semplicemente ribadito la posizione della Chiesa italiana sul controverso disegno di legge all’esame del Senato, espressa in una prima nota della Cei ( https://www.chiesacattolica.it/omofobia-non-serve-una-nuova-legge/ ), «Omofobia, non serve una nuova legge» – datata 10 giugno 2020 –, e poi precisata e ampliata in un secondo documento del 28 aprile 2021 «Troppi i dubbi: serve un dialogo aperto e non pregiudiziale» ( https://www.chiesacattolica.it/nota-della-presidenza-cei-sul-ddl-zan-troppi-i-dubbi-serve-un-dialogo-aperto-e-non-pregiudiziale/ ). Solo chi non conosce i due testi – non i lettori di Avvenire, che ha rilanciato i due testi con evidenza – può stupirsi delle dichiarazioni del cardinale Bassetti, che domenica aveva dichiarato ai giornalisti che la bozza della legge «andrebbe più corretta che affossata» aggiungendo che «la legge potrebbe essere fatta meglio» e «dovrebbe essere chiara in tutti i suoi aspetti senza sottintesi». Per poi spiegare nella citata intervista che «in ogni legge – lo dico da cittadino – il testo dev’essere scritto in modo semplice e chiaro».