Le vele scarlatte

Nella campagna francese, al termine della Grande guerra, un ex soldato Raphaël fa ritorno nel suo villaggio sperando di trovare ancora la moglie. La donna è purtroppo morta poco dopo la nascita della loro unica figlia Juliette, piegata anche dal dolore di una violenza commessa su di lei dal proprietario della locanda del paese. Con resilienza Raphaël si rimbocca le maniche per assicurare una vita decorosa, semplice, a sua figlia. Con l’aiuto della vicina Adeline, Juliette cresce amata e libera, con una propensione per musica e canto…

Valutazione Pastorale

Che bella sorpresa! L’ultimo film di Pietro Marcello, apprezzato regista classe 1976, che si è distinto per il documentario “La bocca del lupo” (2009) e il lungometraggio “Martin Eden” (2019), con “Le vele scarlatte” (“L’Envol”) è stato presentato alla 17a Festa del Cinema di Roma dopo la partecipazione alla Quinzaine des Réalisateurs al 75° Festival di Cannes (2022). Come fatto in precedenza, ispirandosi al romanzo di Jack London, anche qui Marcello prende spunto da un’opera letteraria, quella dello scrittore russo Aleksandr Grin. La storia. Nella campagna francese, al termine della Grande guerra, un ex soldato Raphaël (Raphaël Thiéry) fa ritorno nel suo villaggio sperando di trovare ancora la moglie. La donna è purtroppo morta poco dopo la nascita della loro unica figlia Juliette, piegata anche dal dolore di una violenza commessa su di lei dal proprietario della locanda del paese. Con resilienza Raphaël si rimbocca le maniche per assicurare una vita decorosa, semplice, a sua figlia. Con l’aiuto della vicina Adeline (Noémie Lvovsky), Juliette (Juliette Jouan) cresce amata e libera, con una propensione per musica e canto. Un’anziana del posto (Yolande Moreau), considerata dai più una strega, le predice un futuro di felicità, quando la ragazza avvisterà in cielo delle vele scarlatte… Pietro Marcello possiede un grande talento narrativo, una capacità espressiva vivida e poetica, che conquista per le soluzioni di regia, per uno stile classico e insieme contemporaneo, riflessivo e introspettivo. Ne “Le vele scarlatte” mette in scena un racconto di formazione, la storia di Juliette e il suo legame con il protettivo padre Raphaël: l’uomo è l’immagine di un tempo, di un mondo, che va sbiadendo sulle macerie della Prima guerra mondiale, mentre la giovane incarna il desiderio di futuro, dove una donna è libera di scegliere cosa fare e chi amare. Nella storia l’uomo del domani ha il volto di Louis Garrel, il pilota Jean, un amore incerto e misterioso che irrompe nella vita di Juliette, che le fa sognare un’esistenza altra. Lui è l’uomo delle vele scarlatte, che però non si configurerà come un “salvatore”, bensì sarà scelto e salvato dalla stessa Juliette. A impreziosire l’opera, oltre alla regia di Marcello e alle interpretazioni tutte, è la fotografia di Marco Graziaplena, che amplifica in chiave dolce e lirica i movimenti di macchina del regista, così come le musiche di Gabriel Yared, che ha sposato il progetto colpito dal lavoro di Marcello in “Martin Eden”: “Pietro è un artista integro che ammiro profondamente”. “Le vele scarlatte” è un’opera di un’eleganza diffusa, stratificata nei temi e dolce nelle sfumature del sentimento, che si apre allo sguardo come la bellezza di un fiore che si schiude. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Film indicato per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito.