LE SOVVENZIONI PUBBLICHE AI CENTRI PARROCCHIALI

Mezza Italia sostiene gli oratori e ne riconosce la funzione socio-educativa. Diverse regioni, tra il 2000 e il 2004, si sono dotate di leggi che prevedono lo stanziamento di fondi a favore dei centri giovanili parrocchiali. La ‘pioniera’ è stato il Friuli Venezia Giulia con la legge 2 del 2000, l’ultimo intervento è quello delle Marche nel 2008, che ha riconosciuto esplicitamente il ‘valore sociale’ degli oratori.

Nel mezzo c’è stata l’approvazione della legge 206/2003 (proposta dagli onorevoli Buttiglione e Volonté), divenuta la ‘legge quadro’ per i provvedimenti in materia da lì in avanti. Tutte le leggi regionali successive infatti la richiamano.

Tra i passaggi più significativi, la legge specifica che «gli oratori dovranno essere adeguatamente supportati con finanziamenti regionali per far fronte alle tante necessità che essi avvertono», in virtù del «ruolo insostituibile» e della «azione peculiare svolta nella società». In alcuni casi, però, le norme restano (o diventano) lettera morta per mancanza di fondi.

Lombardia in prima fila. La Regione Lombardia sostiene gli oratori dal 2001, quando fu approvata la legge 22. Da alcuni anni l’assessorato al Welfare stanzia 700mila euro per promuovere varie attività rivolte ai giovani. Di questi, 490 mila sono distribuiti tra le diocesi in base a numero di abitanti e strutture: visto che in Lombardia ci sono 2.300 oratori, a ciascuna realtà arrivano poche centinaia di euro. Altri 210 mila euro sono invece destinati alla promozione di progetti interdiocesani. L’anno scorso, in collaborazione con la Fondazione Ente dello spettacolo, è stato realizzato il docufilm ‘Qui e ora’, che racconta il mondo degli oratori lombardi. È stata lanciata anche la campagna informativa ‘Cresciuto in oratorio’, che ha utilizzato testimonial illustri come l’attore Giacomo Poretti. Grazie ai fondi regionali è stata realizzata anche la collana ‘Gli sguardi di Odl’ (acronimo di Oratori diocesi lombarde,ndr), una serie giunta al 10° volume che comprende ricerche e studi sul tema.

Un aiuto arriva anche dall’assessorato allo Sport e alle Politiche giovanili: per il quinto anno, un milione di euro è stato destinato al finanziamento del progetto occupazionale ‘Giovani insieme’, che prevede l’inserimento retribuito di educatori under 30 negli oratori. Il contributo regionale può coprire fino al 70% del costo lavorativo sostenuto dalla parrocchia. Anche il Piemonte sostiene la funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dall’ente parrocchia, dagli Istituti cattolici e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività che si svolgono in oratorio. Quest’anno la Regione Piemonte ha erogato l’acconto dei contributi per l’anno pastorale 2018-2019, 750 mila euro in totale per le diverse confessioni. Di questi, 622.557 euro sono andati agli oratori delle diocesi piemontesi.

In Liguria la legge 16 del 2004 non è stata più finanziata negli ultimi anni. I fondi sono andati esaurendosi nell’ultimo periodo della giuntaBurlando e non sono più stati ripristinati dalla giunta Toti. Una situazione figlia della crisi, e anche della desertificazione giovanile che colpisce la regione. «In passato i fondi erano stati utilizzati per ristrutturare campi sportivi e luoghi di aggregazione, ma anche attività come il Grest – spiega don Alberto Gastaldi, responsabile della Pastorale giovanile ligure –. Si trattava di cifre contenute, però provvidenziali. L’auspicio è che questi aiuti vengano rimessi presto a bilancio».

Anche in Friuli Venezia Giulia, apripista del sostegno agli oratori, i contributi vengono stanziati per finanziare la manutenzione dei centri giovanili: ogni anno gli economi delle tre diocesi stabiliscono nel dettaglio come utilizzare i fondi ricevuti.

Stop al bullismo. La Puglia ha appena firmato un protocollo d’intesa con la Conferenza episcopale pugliese mettendo a disposizione 300mila euro: ogni diocesi riceverà 14.500 euro per formare gli educatori degli oratori, con focus sulla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. Un tema delicato e drammaticamente attuale, dopo che a marzo un pensionato di Manduria è stato pestato a morte da un gruppo di baby delinquenti. Il resto della somma finanzierà un progetto regionale, ispirato all’accompagnamento verso l’età adulta, come da ispirazione sinodale. Si terranno diversi momenti formativi destinati alle équipes diocesane di pastorale giovanile e vocazionale.

Puntano con decisione sulla formazione 4.0 anche le diocesi della Sicilia: in base alla legge regionale gli oratori possono accedere a bandi specifici. Cinque parrocchie del palermitano hanno ricevuto fondi per organizzare un corso sull’utilizzo corretto del Web rivolto alle famiglie, con l’intervento di psicologi e esperti informatici: «Molti genitori hanno chiesto consigli, preoccupati che i figli facciano buon uso di uno strumento così prezioso ma che nasconde anche diversi rischi», sottolinea don Gaetano Gulotta, incaricato regionale della Pastorale giovanile, che ha ospitato uno di questi corsi nella sua parrocchia di Maria Santissima del Rosario a Villaciambra di Monreale. Intanto la Regione ha già aperto un nuovo bando, destinato alla formazione dei giovani che vogliono partecipare alla vita politica.

Grest e doposcuola. Nel Lazio ogni anno circa 150 oratori partecipano ai bandi regionali previsti dalla legge 13: in media solo un terzo riceve un finanziamento. «I criteri sono molto selettivi – spiega don Antonio Scagliuzzo, incaricato regionale per la Pastorale giovanile – Vengono premiati i progetti di lungo respiro, ben strutturati e portati avanti attraverso figure professionali. I bandi seguono due filoni, uno dedicato alle attività inclusive per l’infanzia, l’altro alla formazione di animatori ed educatori. Molto attivo è il Centro degli oratori romani, che segue i ragazzi lungo tutto l’anno: il Grest d’estate, il doposcuola e la catechesi d’inverno ». La Regione stanzia fondi anche per interventi sulle strutture oratoriali, campi sportivi ed edifici. C’è poi una procedura d’emergenza che può essere attivata per le manutenzioni straordinarie: un tetto crollato per il maltempo, l’allagamento provocato dal guasto di una tubatura…

In Umbria i fondi regionali sostengono l’attività ordinaria e quotidiana degli oratori. Parte dei contributi viene assegnata alle diocesi sulla base del numero di minori residenti, l’altra parte viene affidata a determinati Comuni capofila che poi ripartiscono le risorse tra i centri giovanili del territorio. I fondi sono utilizzati soprattutto per iniziative di prevenzione della devianza giovanile, per la formazione degli educatori e anche per l’organizzazione di eventi, come la Giornata diocesana degli oratori, che si è tenuta a Foligno il 21 giugno. Le Marche, infine, hanno sostenuto gli oratori fino a 4 anni fa, sulla base di una legge emanata nel 2008, poi i finanziamenti si sono interrotti per mancanza di fondi. I contributi erano destinati alle diocesi, che poi li utilizzavano per promuovere progetti legati alle attività educative e formative, ma anche interventi di prevenzione del disagio giovanile.

L’opposto di quanto accade in Calabria, dove la Regione, per la prima volta dopo 18 anni, ha appena finanziato con 150mila euro la legge 16 del 2001, che riconosce la funzione sociale e ricreativa degli oratori. I fondi saranno utilizzati per riqualificare le strutture, ma anche per sostenere i tanti percorsi di recupero di soggetti fragili ed emarginati avviati dai centri giovanili.