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Le sfide della portualità livornese
Al Circolo culturale “Il Centro” è iniziato l’incontro sul tema: “Le sfide della portualità livornese” con un minuto di raccoglimento, proposto dal direttore del “Centro”, Enrico Dello Sbarba, per ricordare la recente dipartita dell’ex Presidente dell’Autorità Portuale Giuliano Gallanti. Quindi a nome del Circolo, l’ingegner Cristiano Toncelli ha presentato il relatore della serata, il dottor Massimo Provinciali, attuale Segretario generale dell’Autorità Portuale, sottoponendogli alcune domande nella consapevolezza che “lo sviluppo del porto è lo sviluppo della città”.
Massimo Provinciali ha espresso subito il proprio piacere per il ricordo dell’avvocato Gallanti perché “prima o poi si capirà l’importanza che ha avuto per lo sviluppo di Livorno”. Rispondendo ai quesiti proposti da Toncelli, ha detto che la “provenienza” da cui uno viene, come lui da Roma e Gallanti da Genova, quindi estranei alla città, non ha molta importanza, quello che conta è “la competenza”. Come dirigente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e come operatore del mercato ferroviario è stato colui che ha introdotto nel sistema un operatore privato come Italo. Quando gli proposero di spostarsi a Livorno era animato dalla curiosità di venire su un territorio per lui allora sconosciuto. Si incontrò con il Ministro dei trasporti in carica in quel momento, il livornese Altero Matteoli che, consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato gli disse: “se riesce a dare una mano alla città, ne sarei molto contento!”.
I suoi primi passi furono quelli della riorganizzazione della struttura , con la cura, a partire dal luglio 2012, dei lavoratori portuali attraverso “la chiarezza delle regole d’ingaggio” per evitare il Far West nel Porto. Certamente -ha aggiunto- il Piano Regolatore era già ben avviato ma Gallanti gli ha dato un colpo di acceleratore in chiave di prospettiva per il futuro. Non si poteva ricominciare tutto d’accapo perché sarebbe stato un suicidio. Per il problema dell’accessibilità al Porto, siamo riusciti a fare già qualcosa, ma bisogna urgentemente trovare uno sfogo a mare, perciò se non si dà attuazione alla Piattaforma europea “si rimane nella Serie C”, e in vista del suo futuro “il Presidente Corsini ha ritenuto di confermarmi nell’incarico di Segretario Generale”.
Smentendo alcune notizie giornalistiche -ha chiarito- dal 2012 ad oggi l’attività portuale, dati alla mano, ha avuto un aumento “costante e continuo”, sia nel totale, sia nelle singole componenti: aumento del numero delle navi e delle loro dimensioni, del Teus, dei mezzi commerciali, dei passeggeri e dei crocieristi, “chi non conosce questi numeri è disinformato”. Il dottor Provinciali ha anche rilevato che la competizione fra i porti incomincia quando si arriva a banchina, perciò bisogna sempre guardare a cosa c’è alle spalle del Porto, cioè l’Interporto che evita la congestione, c’è un servizio ferroviario che si poteva fare 4 km prima, infatti senza “collegamenti ferroviari il Porto non esiste”. “Livorno è un Porto che ha un trend di sviluppo superiore a qualsiasi altro porto d’Italia”. E’ senz’altro superiore ai porti liguri che non possono fare ampliamenti significativi, a Genova si dovrebbe spostare la diga, con un costo che supererebbe di quattro volte quello della Piattaforma Europea. Livorno è perciò “l’unico territorio” nella sua globalità, che tra Porto, Interporto,, ferrovia e autostrada, che possa vantare molte possibilità di sviluppo. La politica non deve farsi distogliere dalle finalità concrete, così che si possa continuare nell’accettare qualsiasi sfida “senza timidezze e incertezze”. Certamente la litigiosità in Porto può costituire un deterrente, le imprese portuali sono soggette a dinamiche esterne e le criticità spaventano gli eventuali investitori ma “Livorno può essere il polo della logistica portuale del Mediterraneo!”.
Si sono poi aperte le domande da parte di un pubblico numeroso e qualificato, dalle quali è emerso il rapporto Livorno-Pisa e su questo argomento Provinciali ha sottolineato di aver già incontrato per ben tre volte gli Amministratori pisani, specificando le prospettive e i benefici comuni, nonché la possibilità di “interventi compensativi”. Riguardo al porto di Piombino è evidente la mancanza dfi collegamenti e la dipendenza dal settore siderurgico. Per i tempi della Piattaforma Europea è inutile rimpallare colpe tra burocrazia e politica, l’importante è “che non siamo fermi”. Sulle progettazioni preliminari sono stati stanziati 50 milioni dal governo e 250 dalla Regione, è auspicabile l’arrivo di altri finanziamenti governativi.