Le regole di ingaggio

“Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Figlio perché il mondo avesse vita eterna… vita in abbondanza”. E’ QUESTA LA MISSIONE AFFIDATA AL FIGLIO DAL PADRE.

Il problema è che le regole di ingaggio di Gesù in questa sua missione ieri come anche oggi sono destinate in partenza al fallimento della stessa.

Esiste una parola tecnica per definire questo, parola greca κένωσις, che significa annientamento, svuotamento. San Paolo ai Filippesi lo spiega molto bene: “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso,assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.

Fu inviato a sconfiggere il peccato e la morte con le sole armi della predicazione, spesso anche severa,e tagliente, dell’amore, del perdono e della promessa di un Regno dei Cieli che ci attende (dove?, quando?, come?)In fondo di una “guerra” si tratta, l’eterna guerra tra Cristo e l’Anticristo, tra il Serpente e il seme della Donna come dice la GenesiMa per una “guerra” con quelle regole di ingaggio è un po’ pochino secondo le leggi economiche, militari, politiche. E questo è alla fine quello che Gesù si trova a dover combattere: il potere dei farisei, dei sommi e meno sommi sacerdoti, dei Romani e quant’altro. La coalizione dei nemici-amici, ieri come oggi, è sempre superiore.E il popolo? Perché Gesù non approfitta dei momenti di entusiasmo del popolo per scatenarlo contro il potere? Perché non fa come i piccoli borghesi rivoluzionari al tempo della Rivoluzione Francese che dalle retroguardie scatenano il popolo contro la Bastiglia?Era poi quello che lo stesso Giuda aveva capito di Gesù e con lui tanti altri: far fuori i Romani, restaurare il Regno, riedificare il Tempio..

Ma ciò non fa parte della missione ricevuta dal Padre e non fa parte neppure delle sue regole di ingaggio. Aveva ragione Caifa “.. Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». (Vangelo di Giovanni)

Sempre a proposito del popolo che vestito con la tunica di quel tempo o con i jeans rotti e in mano il cellulare nel nostro tempo è sempre lo stesso nei secoli: alla fine vuole mangiare con annessi e connessi  e per questo dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci “volevano farlo re” . Tuttalpiù il popolo cerca in Gesù una cassa continua o una assicurazione contro le malattie. Ma solo come una eventuale marginale emergenza e  senza troppa convinzione.Come spesso accade nelle nostre democrazie: oggi ti voto, domani vediamo. Può andar bene in democrazia certamente, anche se a volte può essere occasione di tristezza per le motivazioni non sempre ideali tipiche delle masse.E così il popolo di allora passa dall’“Osanna al Figlio di David” della domenica delle Palme al “Crocifiggilo, crocifiggilo” del Venerdì Santo.

Meno male che rimangono almeno gli apostoli! Calma, calma!.  Bisognerà aspettare la Pentecoste perché escano dalle loro tane. Quando il popolo se ne va perché ha capito che ciò che offre il Signore non interessa, Gesù chiede agli apostoli Volete andarvene anche voi?”. Belle le parole di Pietro “Signore da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna “ ma intanto rimane in loro la paura che conduce anche al rinnegamento da parte dello stesso Pietro. E poi anche loro hanno capito poco del Maestro: Il giorno stesso dell’ Ascensione “quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». (Atti degli Apostoli)

In somma per farla breve sappiamo come va a finire: la croce. la morte. Il fallimento. Ricordiamo i due discepoli di Emmaus che tornano a casa “DELUSI”: “noi credevamo”!Non è il caso di stare a descrivere il mondo di oggi. Stessi personaggi aggiornati, stessi interessi più o meno meschini, stessi poteri cosiddetti “forti”, metteteci anche qualche prete e Vescovo e per il passato anche qualche Papa.  Cristo e la Sua Chiesa continuano la stessa battaglia ma con le stesse regole di ingaggio di Gesù.  C’è stato un tempo nella Chiesa in cui si sono volute cambiare le regole di ingaggio ai tempi dei Papa Re, dei Vescovi principi, di una Chiesa potente tra i potenti e a volte anche più potente. Non ha funzionato, non poteva funzionare!!

Allora con queste regole di ingaggio il destino di Cristo e della Chiesa è condannato al fallimento? A molti sembra di sì. Qualcuno vorrebbe riprovare e cambiare le regole di ingaggio e tornare “ai bei tempi passati”. Molti anche di casa nostra si sono arresi al “nemico” e forse gli hanno spalancato le porte entusiasti.

Certo non viviamo in un tempo facile. A volte si ha l’impressione di un mondo pieno di tombe dove tutti o ballano o fanno a botte.  Le peggiori tombe sono spesso i cervelli. Ma già il profeta Ezechiele nella passata quinta domenica di Quaresima ci diceva  Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele”

No, amici cari, solo con le regole di ingaggio che il Signore ci ha lasciato potremo essere vincitori nei modi e nei tempi da Lui previsti, come ci ricorda Isaia. Anzi a essere esatti non saremo noi i vincitori, da più di duemila anni il Vincitore è già Lui una volta per tutte. Ha vinto il peccato e la morte. Morto e Risorto. Missione compiuta!«Io sono la risurrezione e la vitadice Gesù a Martachi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?”

                                                         BUONA PASQUA