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Le patologie della fede
La fede si sa, è un dono di Dio, ma richiede la collaborazione della persona umana nell’accoglimento del dono. Accogliere o rifiutare la fede rivela l’essere umano nella sua maturità o immaturità. Il credente e il non credente sono entrambi persone che hanno fatto una scelta.
La scelta della fede esige dal credente una profonda maturità psicologica quale superamento di esperienze negative di accettazione o rifiuto di sé e degli altri. Tale rifiuto può condizionare e perfino determinare la negazione della fede. Il rifiuto-accettazione della fede, comunque, rivela l’essere umano libero e responsabile ma anche condizionato.
L’accoglimento del dono coinvolge integralmente il credente nella sua dimensione umana e spirituale, al punto che malattie, conflitti psicologici, errata o mancata educazione, possono influire o trasferire negativamente sulla fede proiezioni di onnipotenza o dipendenza del credente o meglio del credulone.
Il credulone, infatti, a differenza del credente, manifesta una fede magica e fantasiosa. Una fede senza cammino o crescita da necessariamente origine a patologie espresse nei meccanismi di proiezione e identificazione col sacro. In questo modo la fede viene vissuta unicamente in funzione di se stessi.
La superstizione è un sintomo patologico di fede puerile con eccessi di devozionismo proiettato su cose, luoghi o persone considerate come sacre. La proiezione e l’identificazione con il sacro, nelle forme gravi, possono dare origine a fenomeni di allucinazione visiva e uditiva manifestata da visionari e paranoici.
Questi meccanismi rivelano una persona con un profondo senso di inferiorità che cerca attraverso di essi di recuperare una certa superiorità. Simili proiezioni manifestano una sorta di schiavitù che privano la persona umana di libertà, tanto necessaria per una crescita umana e spirituale.
La scelta libera e incondizionata della fede esige dal credente un cammino insieme faticoso e gioioso. Un esperienza autentica di fede, richiede all’essere umano, aperto alla trascendenza cioè a Dio, una buona dose di libertà che lo rende responsabile della sua stessa scelta.
La responsabilità e la libertà dai condizionamenti sono la base psicologica su cui si edifica il cammino di fede. Anche se sono molte le situazioni che condizionano l’uomo, sempre più incapace di scegliere, la sua libertà è tuttavia un “potere” con cui può decidere e perfino condizionare i suoi stessi condizionamenti.
Accogliere o rifiutare la fede è una scelta fondamentale che parte dal cuore dell’uomo. Ma il suo cuore chi lo può conoscere?
Eppure è il cuore dell’uomo l’abitazione di Dio.