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Le paritarie patrimonio di tutti»
«La libertà di scelta educativa è un valore cui tutti dobbiamo tendere perché è un diritto di ogni famiglia. Per questo, serve una rivoluzione culturale che abbatta, una volta per tutte, il pregiudizio che ancora circonda le scuole paritarie. La politica smetta di giocare a nascondino ». È un richiamo forte alla responsabilità del Parlamento, che si appresta a discutere la legge di Bilancio, quello lanciato da padre Luigi Gaetani, in rappresentanza di Usmi e Cism, durante il web pressingpromossoieri da oltre 70 associazioni no profit (Comitato Polis Pro Persona). Le richieste sono contenute in un pacchetto di sei emendamenti alla legge di Bilancio proposto dall’Agorà per la parità (vedi sotto).
«Negli ultimi quindici anni – ha ricordato Luigi Morgano, segretario della Fism, la Federazione delle scuole materne – i contributi dello Stato non sono aumentati ma i costi sì. Per ogni alunno riceviamo 630 all’anno, che significa 2,8 euro al giorno». Il «grido di dolore» delle famiglie è stato rilanciato da Maria Rachele Ruiu, rappresentante dei genitori nel Fonags. «Chiediamo un gesto di responsabilità – ha sottolineato suor Anna Monia Alfieri, di Altis-Università Cattolica –. Non possiamo usare la scuola come un vaccino, chiudendola quando aumentano i contagi, perché la curva della deprivazione culturale produce le stesse vittime della curva della pandemia».
Sulla necessità di intervenire per l’inclusione dei 13.600 alunni disabili delle paritarie, ha insistito la presidente della Fidae, Virginia Kaladich, ricordando che «lo Stato spende 20mila euro per ciascun allievo disabile delle statali contro i 1.700 delle paritarie». A questo riguardo, Stefano Lepri (Pd) ha presentato un emendamento per aumentare di 30 milioni il fondo per il sostegno.
All’appello delle associazioni, hanno risposto esponenti di tutti i partiti, tranne i rappresentanti del Movimento 5 stelle. «La scuola ha bisogno di tutti per garantire a ciascuno il diritto all’istruzione», ha ricordato la viceministra Anna Ascani. Sulla «vera priorità» che è «tenere le scuole aperte» ha insistito Maria Elena Boschi (Italia Viva), mentre Stefano Fassina di Leu si è impegnato per «finanziare interventi a fondo perduto a sostegno delle scuole in difficoltà». Il leghista Giancarlo Giorgetti ha sollecitato un intervento sui disabili, per «passare dalle enunciazioni di principio ai fatti» e Paola Frassinetti (FdI) ha invece presentato un emendamento per la «detraibilità completa delle rette». Anche l’ex-allievo dei gesuiti Pie- ro Fassino (Pd) ha promesso sostegno in aula alle richieste delle associazioni, mentre Valentina Aprea (Forza Italia) ha ricordato che «non può esistere vera parità senza adeguato finanziamento ». Sul «metodo del dialogo» ha insistito Maurizio Lupi di Noi con l’Italia e Gianluca Rospi del gruppo Misto, fuoriuscito dal 5s, ha invitato il Movimento a lasciare da parte l’ideologia: «Il tema dell’educazione non ha casacca politica». Infine, Paola Binetti (Udc) ha rilanciato l’introduzione del “costo standard di sostenibilità”, una sorta di bonus da 5.500 euro a disposizione di tutte le famiglie per la scuola dei figli.