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Le Gmg compiono 40 anni: dal 1984 una sorpresa senza fine
Fu «una grande sorpresa per i pastori, e persino per i vescovi». Questa frase di san Giovanni Paolo II nel libro “Varcare la soglia della speranza” ben fotografa l’inizio del cammino che poi sfocerà nelle Giornate mondiali della gioventù. Esattamente quarant’anni fa. Durante i quattro giorni, da giovedì 12 aprile 1984 alla successiva Domenica delle Palme, 15 aprile, che cambiarono di fatto il rapporto tra la Chiesa cattolica e il mondo giovanile. Di quella sorpresa e di quell’evento, che quarant’anni dopo non è esagerato definire storico, fu testimone diretto Marcello Bedeschi, all’epoca tesoriere dell’Azione Cattolica e da allora in poi uno dei principali organizzatori delle Gmg (fino a Panama 2019) in qualità di presidente della Fondazione “Gioventù Chiesa e speranza”. In pratica il braccio operativo del Pontificio Consiglio per i laici, ora confluito nel Dicastero laici, famiglia e vita.
Perché san Giovanni Paolo II parlò di «grande sorpresa»?
La grande sorpresa, per molti ma non per il Papa, fu quella di vedere così largamente corrisposto (300mila giovani in piazza San Pietro) un invito che sulle prime aveva suscitato non poche perplessità anche all’interno della Chiesa. Erano anni di rapporti non proprio idilliaci tra associazioni e movimenti ecclesiali (si pensi ad esempio alle tensioni tra Azione Cattolica e Comunione e Liberazione). Ed erano anche anni in cui, secondo una certa narrazione, della fede ai giovani non interessava più molto. C’era dunque il timore che l’incontro si rivelasse un flop. E in più circolavano riserve su una formula che alcuni giudicavano non più adatta ai tempi.
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