Diocesi
Le famiglie con il Vescovo alla casa Santa Giulia
Sono 24 i partecipanti alla settimana con il vescovo Simone alla casa Santa Giulia. La struttura di Canale d’Agordo ospita famiglie con bambini di ogni età, giovani e adulti: tutti insieme per vivere un tempo di relax, fraternità e spiritualità tra le montagne innevate. Ieri, domenica, nella Messa festiva, mons. Giusti ha parlato ai presenti delle beatitudini: ecco le sue parole.
Perché Dio non ha risposto colpo su colpo alle offese che nei secoli ha subito dall’umanità? Perché Dio non si è mai vendicato? Perché molto più semplicemente non si è dimenticato di noi lasciandoci andare alla deriva dell’Universo e del tempo? La liturgia della Parola odierna è una splendida descrizione del cuore misericordioso di Dio. Esso è poeticamente tratteggiato nel salmo 102, è descritto nel programma morale enunciato dal Gesù nel Vangelo.
La pagina del Vangelo prima di essere un impegno per noi è la descrizione dell’essere e dell’agire di Dio. Rileggete il vangelo odierno e vi trovate tutta la vita, il comportamento, lo stile di Gesù. La misericordia di Dio viene dal suo cuore. La nostra misericordia deve sgorgare da un cuore sanato, guarito da Gesù. Chiamati a superare la giustizia umana con la misericordia. Chiamati a vivere concreti comportamenti morali. Questo è il cristiano, ama i nemici, fa del bene a coloro che lo
odiano, benedice chi lo maledice, prega per coloro che lo maltrattano. Non risponde alla violenza con la violenza, al furto con il furto, all’egoismo con l’egoismo, da a chiunque chiede. I diritti che si riconosce per se, li pretende anche per gli altri, chiunque essi siano. Non giudica nessuno ed è sempre pronto al perdono. E’ generoso perché con la misura con cui da, egli sarà misurato. Vivere le beatitudini significa assume concreti, quotidiani, specifici comportamenti. Essere cristiani è comunione con Dio ma essa se è vera, si manifesta con i medesimi atteggiamenti di Gesù.
Nessuno si illuda, se non sai amare anche i nemici, se non sai perdonare, non hai ancora conosciuto il Signore. Sei ancora pagano nel cuore. Affermava Papa Giovanni XXIII nel Decalogo della bontà:Essere buono è dimenticare se stessi per pensare agli altri.Essere buono è perdonare pensando che la miseria umana è più grande della cattiveria.Essere buono è avere pietà della debolezza altrui pensando che noi non siamo diversi dagli altri e, nelle loro condizioni, forse saremmo stati peggiori.Essere buono è chiudere gli occhi davanti all’ ingratitudine.Essere buono è dare anche quando non si riceve, sorridendo a chi non comprende o non apprezza la nostra generosità.Essere buono è sacrificarsi, aggiungendo al peso delle nostre pene di ognigiorno quello delle pene altrui.Essere buono è tener ben stretto il proprio cuore per riuscire a soffocare le sofferenze e sorridere continuamente,Essere buono è accettare il fatto poco simpatico che più doneremo più ti sarà domandato.Essere buono è acconsentire a non avere più nulla riservato a se stessi, tranne la gioia della coscienza pura.Essere buono è riconoscere che davvero buono è solo DIO.
CONTINUA LA SETTIMANA FAMILIARE
in scena i figli, costruiscono la loro città: un grattacielo o la torre di pisa..
Il tempo ci assiste
Le sue indicazioni sono tante. E ci dona di crescere nella strada del buon Dio.
La meta si avvicina.
C’è chi ci dona il suo esempio
Tutto parla del suo mistero d’amore