Lavoro minorile

Entrano nel mondo del lavoro troppo presto e dalla porta sbagliata. Rischiando di infilarsi in un tunnel di sfruttamento e di povertà, che può portare anche al crimine. È la piaga del lavoro minorile, fenomeno che nel mondo riguarda 160 milioni di adolescenti (secondo ILO e Unicef), ma non risparmia nemmeno l’Italia, dov’è diffuso ma sommerso. Si stima che nel nostro Paese siano 336 mila i minorenni tra i 7 e i 15 anni con esperienze di lavoro, continuative, saltuarie o occasionali. Il 6,8% della popolazione di quell’età, quasi 1 minore su 15, quando in Italia la legge stabilisce la possibilità per gli adolescenti di iniziare a lavorare non prima dei 16 anni, assolti gli obblighi scolastico. Sono solo alcuni tra i dati raccolti da “Non è un gioco”, la nuova indagine di Save the Children sul lavoro minorile nel nostro Paese, presentata stamattina a Roma alla presenza della ministra del Lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone. Secondo il dossier quasi un 14-15enne su cinque svolge o ha svolto, un’attività lavorativa prima dell’età legale consentita.

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