Diocesi
Lasciarci coinvolgere con Dio
“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”, è questo il tema della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”che ha avuto inizio il 18 gennaio con la celebrazione ecumenica nella Chiesa di San Giovanni.
Protagonisti ne sono stati: l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, diretto dal diacono Andrea Zargani, insieme alla Chiesa Evangelica Valdese, alla Chiesa Evangelica Battista, alla Chiesa Avventista del 7° giorno e alla Chiesa Ortodossa Romena.
Dopo il canto iniziale e la Prima Lettura, il Pastore Valdese Daniele Bouchard, dopo aver espresso a tutti il proprio piacere per essere insieme, ha commentato il Salmo 40. La vita cristiana -ha detto- è fatta essenzialmente di ascolto, e l’ascolto della stessa Parola ci induce ad ascoltare il nostro prossimo. L’attesa di Dio è la nostra speranza, ma non ne conosciamo i tempi, un terzo elemento da considerare è la testimonianza, perché noi tutti siamo chiamati a testimoniare ciò che Dio ha fatto. L’ascolto, l’attesa, la testimonianza, sono dunque forme diverse della stessa fede che noi dobbiamo professare “insieme”. L’incontro con Dio ci costituisce sia come credenti sia come Chiese. Anche in questo incontro di oggi dobbiamo lasciarci coinvolgere con Dio.
La seconda lettura incentrata sulla Prima lettera di San Paolo ai Corinzi è stata commentata da Thomas Hagen, rappresentante della Chiesa Evangelica Battista. Il tema -ha esordito- è quello della chiamata, ed è questo l’aspetto che ci viene proposto da San Paolo: “Voi siete di Cristo e Cristo è di Dio”. La nostra fede, fin dai tempi di Corinto, è sempre la stessa anche nelle diverse circostanze dei tempi. Dobbiamo superare le divisioni perché le nostre radici si fondono sull’essenza di Dio, possiamo dire che le nostre diversità sono nate da intuizioni da parte di Dio stesso, noi ora dobbiamo condividerle e trovare così la fonte dell’unità.
L’ultima lettura è stata quella tratta dal Vangelo di San Giovanni in cui il Battista indica Gesù come la persona da seguire. Il Vescovo, Mons. Simone Giusti, nel commentare il brano ha detto che il testo ci propone una sequela di chiamate, che hanno come conseguenza un impegno di non poco conto, quello che occorre “purificare se stessi per essere puri di cuore”. Da loro, dai primi discepoli in poi, si incomincia a creare la famiglia di Gesù, quella che noi chiamiamo “Chiesa”. Noi siamo dunque chiamati a rispondere alla chiamata del Signore e ad esserne testimoni. Ad essere “attrattivi” come dice il Santo Padre. Mons. Giusti ha citato più volte il Pastore Valdese Ricca e ha concluso dicendo che la Settimana ecumenica è un cammino in cui sono stati fatti dei grandi passi avanti. Occorre sempre partire dal basso e sarebbe opportuno condividere di più con una “intimità di conoscenza e di scambio” e “dare testimonianza nella carità”. Essere qui insieme è già tanto “ma ci attende un oltre!”.