«L’ambulatorio» del Papa visita gratis gli invisibili

La signora eritrea, laureata in antropologia, che da dieci anni dorme sotto i ponti. Il cuoco egiziano che parla quattro lingue, ma ha perso il lavoro e va avanti solo grazie alle mense Caritas. Il ragazzo polacco che da mesi convive con una caviglia gonfia perché non ha i soldi per farsi visitare. Basta fermarsi anche solo pochi minuti nel presidio sanitario allestito in piazza san Pietro per la Giornata mondiale dei poveri (domenica 17 novembre), per rendersi conto di quanta umanità e quanti bisogni scorrano ogni giorno sotto i nostri occhi, quasi sempre restando “invisibili”.La struttura voluta dal Papa e allestita dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione ha il merito di far venire allo scoperto queste esistenze periferiche. E le loro sofferenze. Lo scorso anno furono riscontrati, tra gli altri, 10 casi di Aids conclamata, 100 casi di epatite C e diversi pazienti affetti da tubercolosi, su oltre 3mila pazienti visitati. Così come quest’anno, in soli quattro giorni, sono stati già quattro i ricoveri urgenti e numerose le patologie serie individuate.

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