L’adolescenza al potere

I tempi della storia sono i tempi del suo Signore. Lunghi o brevi, belli o brutti  non siamo mai in grado di poterli prevedere con certezza, ma Lui a volte ci concede di intravedere qualcosa,  anche nel grigio dei nostri tempi.  Da lì deriva il rischio sia dei progressisti che dei cosiddetti tradizionalisti di lasciarsi travolgere dall’ottimismo e dal pessimismo, confondendo “intravedere” con “vedere”. Dio non agisce secondo criteri deterministici, ma la storia è lo strumento della sua sapienza creatrice e assolutamente imprevedibile.

Anch’io intravedo all’orizzonte l’avvento di una lenta riscoperta dei valori cristiani e della fede. Ho detto “intravedo”: per l’età e per il misterioso procedere di Dio non mi azzardo a dire che la “vedo qui e ora”. Ma è già qualcosa.

La cosa buffa è che ne intravedo la riscoperta nonostante fatti e previsioni sempre più catastrofiche circa il futuro della fede e della religione in genere. (1) 

Oltre a una certa conclusione personale  derivante da una attenta analisi storica di questi ultimi cinquanta anni mi confortano anche due frasi pronunciate da due personaggi “di un certo rilievo storico!!”:* Gesù di Nazaret, per me anche il Signore della Storia: Senza di me non potete far nulla e un certo Agostino d’Ippona  “Il nostro cuore è inquieto Signore finchè non riposa in Te.”

ADOLESCENTI SOGGETTI DELLA STORIA

Dagli anni 60 in poi uno dei soggetti storici più attivi sono stati i “giovani adolescenti” che hanno poi passato il testimone ai loro figli attraverso varie generazioni fino a oggi. In questo periodo l’adolescenza non è stata più solo un’età della vita, ma una mentalità che si è prolungata nel tempo, diventando “cultura di massa”. Tanti di questi giovani di molteplici generazioni, anche se cresciuti di anni, non hanno smesso la loro fase adolescenziale, restando adulti adolescenti, quindi adulti immaturi o semplicemente incompleti. Da lì è scaturito  una specie di “lungo periodo storico adolescenziale”, una specie di lunga catena di gente mai maturata del tutto. Qualcosa di assolutamente inedito a livello di massa nel lungo processo storico del mondo occidentale.

Questi “adulti adolescenti” hanno poi raggiunto  posti anche di responsabilità nella politica, nell’economia, nell’insegnamento e nella stessa vita della Chiesa, mescolando  spesso “incompetenza e immaturità”. Lentamente ma inesorabilmente, con le buone e con le cattive l’adolescenza è giunta al “potere”: adulti – adolescenti che poi hanno protetto e coccolato i loro figli e i figli dei loro figli. In buona o cattiva fede si sono dedicati al tentativo di distruggere la Storia fatta da chi li ha preceduti nei secoli. Lo hanno fatto e continuano a farlo anche materialmente fino ai nostri giorni,  abbattendo monumenti, distruggendo crocifissi, incendiando chiese, bruciando o rinchiudendo in magazzini nascosti le opere di Shakespearee di chiunque nei secoli fosse stato “un grande”.

In epoche passate i giovani facevano i giovani dentro i limiti di una società retta dagli adulti e dai vecchi. Poi venivano in qualche modo “riassorbiti” dal contesto. Quei limiti sono stati ormai travalicati al grido più o meno esplicito tipico degli adolescenti “distruggiamo tutto e diamo inizio finalmente alla “Storia”. Il tutto con la protezione e l’orgoglio dei loro padri, a loro volta eternamente  adolescenti.

 La società tecnologica, il benessere generalizzato, i soldi di papà e le pensioni dei nonni hanno certamente aiutato molto. Gli antichi figli della borghesia tradizionalmente “rivoluzionari” sono ora diventati in gran parte “i liberi figli di papà a tempo indeterminato”.  E “figli di papà” è più di una categoria socio economica, è una categoria culturale e politica, non di portafoglio ma di cervello quindi assai amplia e massificata.

A questo abbiamo contribuito un po’ tutti, volenti o nolenti, facendo così trionfare il principio adolescenziale del “ proibito proibire”.

Da decenni la nostra società è afflitta da ciò che potremmo definire «giovanilismo senile». Più l’età media si innalza, più invecchiamo come popolo, più dedichiamo ai giovani una sorta di culto idolatrico. ….. Bisogna, infatti, fare attenzione a un punto cruciale. Il «giovanilismo senile» non significa affatto attenzione sociale e dedizione educativa alla giovinezza…. Pensateci: mentre un’intera società insegue affannosamente una grottesca eterna giovinezza, lascia decadere proprio quelle istituzioni che la dovrebbero istruire ed educare. Perché? Perché istruire ed educare la giovinezza significa avviarla a tramontare, accompagnarla verso il suo trapasso nella maturità, nell’età adulta, questa sconosciuta. (2)

VERSO UN SUPERAMENTO DEL PERIODO STORICO “ADOLESCENZIALE”?.Come tutte le età della vita sono destinate a essere superate da quella successiva, anche il lungo periodo storico “adolescenziale” vissuto in questi decenni probabilmente ha già iniziato la sua lenta corsa verso la sua fine.O si matura o si rimane patologicamente a rischio “implosione”.Ho sempre detto e scritto che questo non può avvenire per semplici dinamiche interne.Ci aspettavamo, anche se non cinicamente desiderato, un “grande spavento” che desse una spinta al crollo di tutto questo. Forse il famigerato “covid”?  No, non era ancora il “grande spavento”. Certamente ha sconquassato tante sicurezze, tanti schemi e tante strutture che però sono solo l’inizio di un processo che, violento o meno, potrebbe essere una delle cause di una riscoperta vera di un nuovo umanesimo integrale, quindi anche cristiano e religioso.In una cultura adolescenziale non significano nulla le parole di Cristo “ senza di me non potete far nulla”. L’adolescente, giovane o adulto, per definizione fa da sé. Ma quando tutta una società è permeata da una cultura adolescenziale con infinite manifestazioni patologiche è lecito immaginare che non può durare.Forse quel Dio nascosto, silente, assente, per molti inesistente potrebbe avere ancora qualcosa da dire.L’attuale situazione storica nazionale e internazionale porta a mio avviso in sé segnali forti di novità, anche duri e dolorosi, e la cosa apparentemente contraddittoria è che questa novità ci farà riscoprire valori “antichi.

Chi vivrà, vedrà.

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NOTE.(1) https://www.foreignaffairs.com/     Giving Up on God – The Global Decline of Religion     By Ronald F. Inglehart      *** September/October 2020 Il mondo sta diventando ateoIl titolo dell’indagine, pubblicata l’11 agosto di quest’anno, è eloquente e rispecchia fedelmente il contenuto e i risultati finali emersi dalla raccolta dei dati: “Giving Up on God. The Global Decline of Religion” (ndr. Abbandonando Dio: il declino globale della religione). Contrariamente al quadro comune che viene dipinto non è soltanto l’Occidente che sta diventando “senza Dio”: è il mondo intero. Escluso il mondo islamico e l’India.

(2)  Antonio Scurati, Corriere della Sera 20 agosto 2020. “Covid, bambini e diffusione del virus: la grande illusione (e l’idea sbagliata di gioventù)”