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L’accoglienza dei profughi afghani
Se domenica nelle parrocchie di tutta la Penisola si pregherà per la pace in Afghanistan e, insieme, per le vittime del terremoto di Haiti, la Chiesa italiana già si mobilita dal basso per accogliere i profughi in arrivo dal Paese tornato nelle mani dei talebani. L’arcidiocesi di Genova, attraverso la Caritas locale, annuncia di essere pronta ad “abbracciare” chi sarà costretto a lasciare l’Afghanistan. «Si tratterà in particolare di famiglie e nuclei mono-parentali con figli minori e donne sole», spiega una nota dove si precisa che «la Caritas diocesana da tempo offre accoglienza a rifugiati in fuga dai loro Paesi attraverso percorsi istituzionali ed ecclesiali come i corridoi umanitari». E aggiunge: «Nel prepararsi alla possibile emergenza si stanno cercando soluzioni che coinvolgano le comunità ospitanti per testimoniare ancora una volta che accogliere in modo diffuso ed integrato è mettere in pratica il Vangelo». Anche il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, Massimo Camisasca, assicura alla Caritas l’interessamento attivo della diocesi per dare ospitalità alle famiglie di profughi. «Tutto il bene seminato in questi 20 anni in Afghanistan (penso, per esempio, alla presenza italiana e al sacrificio di 50 nostri fratelli) non sarà senza frutto – afferma Camisasca –. Invito tutte le comunità ad unirsi alla preghiera della Chiesa italiana, affinché nasca una nuova epoca di conoscenza e (continua a leggere Preghiera, solidarietà e accoglienza per gli afghani e per gli haitiani (avvenire.it))