La vita è una questione culturale

Le aggregazioni laicali hanno celebrato la 44esima Giornata per la Vita al Santuario di Montenero con una Santa Messa presieduta dal Vescovo, Monsignor Simone Giusti. Questa giornata, non è un evento qualsiasi da circoscrivere a un solo giorno ma l’occasione per rilanciare un impegno quotidiano che deve collocarsi a ogni livello, culturale, educativo, assistenziale, sociale e politico. Non per protestare, ma per costruire. Simone Giusti nel saluto iniziale ha  ricordato  che essa è stata voluta dai Vescovi italiani all’indomani dell’approvazione della legge sull’aborto (22 maggio 1978) per esprimere tutta la forza della non rassegnazione da parte della Chiesa di fronte a una legge «intrinsecamente e gravemente immorale» e per tenere sveglie le coscienze di credenti e non credenti rispetto al possibile prevalere dell’assuefazione: venuta meno la tutela di legge, è alle coscienze che è affidata la difesa e la promozione della vita umana, specie quella nascente. È il crinale che manifesta in modo sempre più chiaro il confronto «epocale e planetario» tra individualismo (ma anche utilitarismo) e personalismo, tra «vero e falso umanesimo», tra la cultura dell’accoglienza e cultura dello scarto. Riconoscendo nel concepito “uno di noi” si accumulano risorse intellettuali e morali per rinnovare l’intera società in una logica di solidarietà, di eguaglianza e di giustizia sociale.

Allontanarsi da questa prospettiva, facendo scivolare l’attenzione su altro, significa allontanarsi dal senso della Giornata per la Vita, tradirne il messaggio originario. C’è il rischio di far scivolare l’attenzione dal tema della vita nascente ad altre questioni: oggi più che mai seguendo il messaggio, dobbiamo guardare al verbo custodire “che è più che rispettare, tutelare, accogliere, curare, difendere, perché è tutte queste cose insieme, unite dal filo della prossimità che si declina nella solidarietà con la vita”. 

Durante l’omelia commentando le Letture della Scrittura, il Vescovo ha sottolineato quanto sia importante la vera relazione e l’esperienza dell’incontro col Signore. La prima esperienza del profeta Isaia in preghiera, vede la presenza di Dio come un fuoco e si sente indegno. Subito nasce in lui un senso di umiltà e percepisce il suo esser piccolo davanti a Lui. Chiunque incontra veramente Dio sente la propria piccolezza, ma Dio chiama e anche se uno si sente indegno lo purifica e gli dona la sua grazia e la sua vicinanza. Nasce un nuovo dinamismo  come recentemente in alcuni personaggi come  Don Giovanni Benzi, Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo I.

La seconda esperienza, quella di  san Paolo che prima perseguitava e poi rimane folgorato ,ci porta all’ oggi  e abbiamo persone  ad esempio nel mondo dello spettacolo che  da persecutori sono diventati messaggeri di speranza e di fede; vedi  Raffaella Carrà, Lino Banfi. “Chi fa esperienza di Cristo fa una esperienza sensibile. L’incontro con Dio è un’esperienza che cambia. Gesù e il più bello tra i figli dell’uomo”.

La terza esperienza fa riferimento all’incontro con Gesù con gli apostoli Andrea, Simone, Giovanni. Gesù al largo sulla barca, parla alla folla perché dall’acqua la voce si amplifica e poi invita gli apostoli a gettare le reti con un segno dell’abbondanza. Pietro di fronte a questo miracolo cambia la propria vita. Dio non e un’idea ma una persona che si fa amare e ti ama.

Nella misura in cui conosciamo Dio, tanto più riusciamo a farci prendere dal suo amore. Nel mondo vediamo tante persecuzioni perché chi ama Dio lo difende. Infine Giusti racconta  la recentissima esperienza di un amico imprenditore che improvvisamente si trova in ospedale per un tumore devastante. Quando incontra il Vescovo gli dice che il Signore é andato a trovarlo in quel luogo di sofferenza, e dopo anni di lontananza ritrova nella preghiera la presenza gioiosa del Signore dentro di sé. “Era così contento  e gioioso che non sarebbe tornato indietro tanta era la gioia per la pienezza. Chi non conosce il sole sta sempre nella stanza buia, ma chi conosce la luce gode appieno di essa”.

le immagini della Messa negli scatti di Antonluca Moschetti