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La riforma che serve
Cambia il sistema di reclutamento degli insegnanti di medie e superiori, con l’introduzione di un «percorso universitario e accademico di formazione iniziale», concorsi «a cadenza annuale» e l’istituzione della Scuola di alta formazione dell’istruzione, per la formazione continua dei docenti, che darà diritto a una «progressione salariale» più rapida. Aspetto, quest’ultimo, che ha subito attirato le critiche dei sindacati della scuola.Ieri pomeriggio, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), in cui confluirà anche il “pacchetto” scuola, che prevede i primi 70mila nuovi insegnanti in cattedra a partire dal 2024. In sintesi, per quanto riguarda la formazione iniziale e l’abilitazione dei nuovi insegnanti, sono previsti un percorso universitario abilitante di formazione iniziale (corrispondente ad almeno 60 crediti formativi), con prova finale, un concorso pubblico nazionale con cadenza annuale e un periodo di prova in servizio di un anno con valutazione conclusiva. In caso di esito positivo, ci sarà l’immissione in ruolo. È previsto anche un periodo di tirocinio nelle scuole. E vi saranno dei docenti “tutor”, per affiancare il percorso formativo.
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