La Pira, don Milani, padre Balducci, Pistelli: testimoni di fede

Metti una sera, finalmente “in presenza” e con le necessarie precauzioni, in un’antica abbazia benedettina sulle colline livornesi, a discutere di La Pira, don Milani, padre Balducci, Pistelli e tutti gli altri toscani che hanno segnato un’epoca, per la Chiesa e per tutta la società italiana. E’ quanto avvenuto alla Parrocchia San Giovanni Gualberto di Livorno, in un incontro organizzato insieme alla Associazione Alberto Ablondi e all’Associazione don Nesi/Corea, prendendo spunto dal libro di Mario Lancisi “I folli di Dio”.

E’ stata una serata ricca e intensa, dove alla ricostruzione – sul filo della memoria – di quegli anni e di quei personaggi, si è unita la passione per una Chiesa radicata sul Vangelo e rinnovata alle luce del Concilio vaticano II. Domenico Mugnaini, direttore di Toscana oggi, ha tratteggiato la ricchezza di quel periodo ecclesiale, invitando a considerarlo nella sua varietà alla ricerca di una sintesi positiva; mons. Antonio Cecconi, già vice Direttore della Caritas italiana, ha sottolineato il valore profetico della testimonianza di don Milani e la sua influenza sul riconoscimento, anche ecclesiale, del valore dell’obiezione di coscienza, ma ha anche legato quella stagione ecclesiale al pontificato dei diversi papi che si sono succeduti, ed in particolare a quello di Papa Francesco. Mario Lancisi ha invitato, con forza e passione, a interrogarci su cosa insegna a noi oggi quella storia, perché la testimonianza dei “folli di Dio” è un seme che spetta a noi, qui ed ora, far crescere e sviluppare. Ha guidato l’incontro la giornalista Michela Berti, assai efficace nel richiamare alcuni degli episodi più significativi di quella storia e a valorizzare i diversi punti di vista dei relatori.

Nel concludere l’incontro, il parroco don Cristian Leonardelli ha richiamato il valore ecclesiale dell’incontro: quella generazione di testimoni – ha concluso – ha saputo incarnare il messaggio di un Dio che, mediante il suo Figlio, ha saputo “sbilanciarsi” per rendersi vicino alle persone di ogni tempo, e che oggi invita la Chiesa, con le parole di Papa Francesco, a superare i rischi di autoreferenzialità, di ansia di comando, di elitarismo, di isolamento dal popolo, di astrazione e di clericalismo.

E’ stata questa la prospettiva che ha animato anche il magistero pastorale del Vescovo Ablondi, di cui l’incontro ha segnato il primo momento di iniziative per ricordare il decennale dalla morte.