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La nuova Confindustria
Il dottor Umberto Paoletti, direttore di Confindustria Livorno-Massa Carrara, è stato ospite del Circolo culturale “Il Centro” e ha subito risposto alle puntuali domande postagli dal dottor Massimo Cappelli che ha introdotto e moderato l’incontro. Sul nuovo assetto della Confindustria livornese che prenderà il nome di Confindustria Livorno-Carrara-Firenze, il dottor Paoletti ha detto che con Firenze si è addivenuti ad una “fusione pura”. In pratica i due soggetti preesistenti vengono sciolti e se ne costituisce uno nuovo, in una “scelta definitiva” tale da costituire un impegno molto importante.
Ciò che abbiamo fatto in questi ultimi anni ci porta a dire che il nostro territorio ha visto la “mancanza di rappresentatività politica” a cui imputare l’assenza di un risultato positivo, così vicende negative come quelle del Lotto Zero e dello spostamento del Rivellino si sono perpetuate nel tempo. Eppure le industrie locali hanno ancora molto da dire, si veda l’acciaieria di Piombino che è sempre attiva e che ha come clienti le ferrovie spagnole e quelle portoghesi, ma ha avuto poca attenzione da parte della politica.
Abbiamo dunque condotto una riflessione per verificare se il nostro progetto per la Costa Toscana avesse un interesse anche per Firenze, e da Firenze è venuta una disponibilità piena. Già dalla fine del 2021 è stato costituito “un comitato di pilotaggio” e ora siamo alla conclusione degli atti successori per la fusione. Un soggetto unico quindi, con obiettivi concordati riguardo ai servizi e alle rappresentanze che costituiscono un valore aggiunto della fusione a livello delle istituzioni. Perciò anche le istituzioni devono operare in sintonia anche se esistono “carenze nelle infrastrutture”. Bisogna perciò sfruttare le sinergie locali tra porto- interporto- aeroporto che in passato sono mancate. I quattro sindaci dei territori interessati si sono incontrati e hanno fatto una proposta comune alla Regione con lo scopo di favorire l’abbinamento pubblico-privato che non deve rimanere solo sulla carta.
Il limite da superare -ha continuato Paoletti- è l’assenza del dialogo istituzionale anche tra i comuni che hanno lo stesso denominatore politico, ma anche in assenza di questo dialogo bisogna dare concretezza agli accordi di programma saldando un modello di area metropolitana con quello dell’area costiera. Con la vicenda del rigassificatore di Piombino c’è stata finalmente una capacità di incontro e di intervento da parte della politica.
Per i nuovi insediamenti si dice che le aree disponibili non ci siano, sarebbe opportuno condurre una verifica di fattibilità riguardo la zona di Via Enriquez, certamente le nuove aree non devono interessare il settore automobilistico, mentre una scelta positiva potrebbe essere quella della produzione di energia alternativa.
Riguardo alle industrie che abbiamo sul territorio sono “finanziate e solide” si veda l’ex Mareti Marelli e la Pierburg che interagiscono con i nostri Poli scientifici e tecnologici (robotica sottomarina), tutto ciò conferma che “l’industrializzazione della Costa non è dunque un sogno!”.
Dalle domande finali è emersa la la necessità di coniugare la logistica con il manufatturiero e con lo sviluppo dei servizi. E’ importantissima la comunicazione per rendere partecipe il territorio di quello che si fa, la Confindustria lo fa con il bilancio di sostenibilità ambientale. Ma è anche importante la comunicazione con le scuole e non solo con quelle tecniche. Così come si deve dare valore alla “cultura del lavoro” e non con il reddito di cittadinanza.