La misericordia sul cuore ferito dal peccato

Ci sono gesti che restano lì nella memoria, fissati dalla forza che evocano, dalla dirompenza di un bene che ne scaturisce. E’ il 28 marzo 2014, poco più di un anno dalla sua elezione al Soglio di Pietro, Francesco è nella Basilica di San Pietro per la liturgia della penitenza, momento centrale dell’iniziativa “24 ore per il Signore”, un’intera giornata dedicata al Sacramento della Riconciliazione. A sorpresa, si dirige verso un confessionale per chiedere il perdono sacramentale, è la prima volta che questo accade in pubblico. E’ d’impatto l’immagine della sua veste bianca e della penombra che lo circonda quasi a “vedere”, nel contrasto dei colori, quanto il cuore perdonato diventi nuovo nella misericordia di Dio.

All’Angelus, Francesco ha avuto un pensiero per i sacerdoti confessori, instancabili nel loro ascolto, portatori di quella “rivoluzione della tenerezza” che è diventata un punto fermo del suo Magistero:

E permettetemi qui un pensiero a tanti bravi sacerdoti confessori che hanno questo atteggiamento: di attirare la gente, tanta gente che si sente niente, si sente “al pavimento” per i suoi peccati… Ma con tenerezza, con compassione… Bravi quei confessori che non sono con la frusta in mano, ma soltanto per ricevere, ascoltare, e dire che Dio è buono e che Dio perdona sempre, che Dio non si stanca di perdonare. A questi confessori misericordiosi chiedo oggi, a tutti voi, di fare un applauso, qui, in Piazza, tutti. [applauso]

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