La meraviglia di fronte alla croce

Di fronte a questo Dio crocifisso ogni uomo è interpellato a meravigliarsi e a lasciare da parte i propri criteri di valutazione per capire e credere. San Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi, proprio nel primo capitolo (1 Cor 1,18-20), ci presenta la meraviglia dei greci e dei giudei che non li porta a credere, morire in croce è illogico, è folle: un Dio non può abbassarsi a questo livello. Per i Greci un Dio non si lascia schiacciare dall’autorità costituita, non perdona, ma punisce, è forte e lo dimostra.

Gesù non è semplicemente colui che subisce, ma è il protagonista di quanto accade: vive come gesto di amore un gesto di odio. E questo gesto è compiuto gratuitamente, anche per i nemici. San Paolo è molto chiaro: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5). Dio ci precede sempre e non aspetta la nostra conversione per perdonarci. Allora di fronte al Crocifisso la meraviglia giusta è quella del centurione che, pur essendo pagano, vedendolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio!”.

Questa è la meraviglia, è la chiave di accesso alla fede!