La guerra in Ucraina e il ruolo dell’Europa

Nei moderni locali della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci in Via Rossini, a cura del Circolo “Il Centro” e della FIDAPA si è svolto un incontro politico-sociale di grande attualità sul tema: “La guerra in Ucraina e il ruolo dell’Europa – La costruzione di un nuovo ordine globale”

Dopo il saluto del dottor Pullerà, responsabile del settore “Eventi” della Banca, l’incontro è stato introdotto e moderato dal giornalista Giuseppe Mascambruno che ha subito presentato il relatore nella persona del dottor Stefano Polli, vice-direttore dell’Agenzia Ansa.

La Presidente della FIDAPA, dott.sa Dhimijini ha sottolineato l’attualità del tema e ha aggiunto di non aver mai pensato nella sua vita di dover affrontare un momento storico così pesante. Il Presidente del “Centro”, Enrico Dello Sbarba, ha ringraziato la banca per la sua disponibilità e ha detto di aver organizzato l’incontro perché “nessuno in città aveva pensato a farlo” e ha poi espresso la sua solidarietà alle giovani e ai giovani iraniani che si stanno battendo per la propria libertà.

Giuseppe Mascambruno nel presentare il relatore ha sottolineato che l’Ansa è la fonte giornalistica più autorevole in assoluto. Stefano Polli ha premesso: “in questo territorio ci sono le mie radici dato che mia nonna era di queste zone” e ha ammesso che “se non ci fosse l’Ansa molti giornali non uscirebbero”.

Detto questo è entrato nel vivo della materia: la guerra in Ucraina è terribile e sconvolgente, è stata aggredita dalla Russia di Putin e le conseguenze stanno cambiando il mondo. Dobbiamo così fare i conti con una inflazione galoppante e l’economia che è “globalizzata e interdipendente” è in affanno e tutti i paesi risentono dei costi delle materie prime e della crisi energetica. “Il fine di Putin non riguarda solo l’Ucraina, il suo è “un attacco ai valori democratici”. La Russia è una autocrazia e Putin non sopporta che si siano paesi democratici vicini ai propri confini come è il caso dell’Ucraina. “Se Putin vincesse vorrebbe dire che la democrazia ha perso!”.

Tra i paesi non democratici c’è anche la Cina dove non si tengono regolari elezioni e dà il proprio appoggio politico alla Russia. I paesi non democratici stanno oggi alzando la testa come sta succedendo in Iran  dove le proteste hanno fatto già 400 morti, ed è anche uno stato che sta aiutando militarmente la Russia, infatti ci sono istruttori iraniani che stanno combattendo insieme ai russi. Anche in Turchia sta aumentando la deriva non democratica, si tratta purtroppo di “un paese della Nato che ha in dotazione armamenti russi”. Il Sindaco di Istanbul, fautore di un cambiamento democratico, è stato escluso da Erdogan da tutti gli incontri pubblici e gli verrà esclusa la partecipazione alle prossime elezioni.

Ritornando all’Ucraina -ha continuato il relatore- si può affermare che essa ha cambiato gli equilibri geo-politici, infatti la guerra economica rimarrà ancora per molto tempo con tutte le conseguenze negative immaginabili e rimarranno anche le sanzioni contro la Russia. E l’Unione Europea? Possiamo dire che “l’occidente appoggia i valori democratici dell’Ucraina”. L’Unione Europea, nata nel 1957 con i Trattati di Roma è oggi composta da 27 stati ed è divenuta una entità che “ha una sua coscienza e un ruolo importante”. E’ vero che ci sono anche situazioni negative perché “ha un concorso di colpa riguardo alla questione dei migranti, ma l’UE “è una culla di civiltà, di benessere e pace”, e può senz’altro avere un suo ruolo nel costruire il futuro”, anche se in futuro i problemi saranno sempre più complessi.

Riguardo all’importanza della Cina nella situazioni mondiale, Stefano Polli ha chiarito che la Cina ha deciso di non vendere più microchip alla Russia e anche molta della sua tecnologia non viene più esportata in Russia. Quindi se vogliamo la Cina sta tenendo un atteggiamento ambiguo. L’importante per lei è che “non vengano toccate le sue strategie verso il mondo” e che non vengano minati i suoi rapporti internazionali. La Cina ha già “colonizzato” molti paesi africani con la così detta “trappola del debito”, ci sono ormai paesi africani totalmente indebitati verso la Cina che ha già inserito una sua base militare a Gibuti. D’altra parte la Russia è in Libia e nell’Africa sub-sahariana. Anche la Russia ha delle rotte africane controllate dalle sue forze speciali della Wagner. Nel Pireo i container sono cinesi, così  come nel porto tedesco di Amburgo alcune banchine sono riservate ai cinesi. Tutto ciò sta a dimostrare due cose: alla Cina interessa esportare i propri prodotti e per questo ha bisogno di un “clima tranquillo” senza guerre, e che la Cina sarà decisiva nel convincere Putin a negoziare la pace in Ucraina.

Perché Putin ha fatto la scelta della guerra? A questa domanda finale Stefano Polli ha risposto dicendo che Putin ha la responsabilità di un grande paese che ha ripreso il suo orgoglio nazionale e l’occidente ha fatto un po’ l’errore di spingere la Russia in un angolo. Negli anni ’90 la Russia ha sofferto moltissimo con la conseguente povertà della maggioranza dei cittadini e certamente l’occidente non si è mosso. Eltsin ha incominciato a dare orgoglio ai cittadini. Poi Putin nel 2008 ha occupato la Georgia e nel 2014 ha preso la Crimea e ora ha deciso di occupare l’Ucraina e in 3 o 4 giorni pensava di arrivare a Kiev. Ma non è stato così e si è scontrato con un paese democratico, ben diverso dalla Georgia e dalla Crimea, ora è necessario il dialogo che dovrà essere il punto fondamentale della strategia dell’Unione Europea che non deve mai fare un passo indietro sui nostri principi e sui nostri valori, altrimenti si può innescare un percorso pericoloso.