La guerra in Ucraina

Il suo sarà un Natale «in esilio», come lui stesso lo definisce. Lontano dalla terra di Melitopol che mai avrebbe voluto abbandonare. «È terribile non poter essere accanto alla mia comunità per celebrare oggi la nascita di Salvatore», sospira padre Oleksandr Bogomaz. Arrestato e poi cacciato dalle truppe di occupazione russa dopo una sentenza farsa. Le sue colpe? Essere un giovane sacerdote greco-cattolico e non voler diventare cittadino russo nella città dell’Est dell’Ucraina da cui l’esercito del Cremlino controlla due terzi della regione di Zaporizhzhia. Padre Bogomaz era uno degli ultimi tre preti cattolici rimasti nella parte dell’oblast in mano ai russi e impegnati insieme nel servizio alle comunità. Tutti sono stati espulsi a poche settimane dal 7 gennaio, giorno in cui le maggiori confessioni cristiane festeggiano la Natività secondo il calendario giuliano.

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