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La grande madre Russia
L’incontro al Circolo “Il Centro” è stato aperto dal Presidente Enrico Dello Sbarba con un minuto di silenzio per ricordare due soci recentemente deceduti: il Presidente dell’Associazione Paracadutisti di Livorno e Pisa e quella di Gino Baldi, Presidente della CNA.
Dello Sbarba ha poi dato la parola a Don Ordesio Bellini, una persona il cui livello culturale è da tutti riconosciuto e che dalla fine del 2019 collabora alla rivista “Il Centro”, Franco Spugnesi, in qualità di moderatore, ha iniziato l’incontro invitando Don Ordesio a parlare sul tema: “Un mito secolare: la grande madre Russia”, argomento quanto mai attuale a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Iniziando l’intervento Don Ordesio ha sottolineato di “aver cercato di capire la Russia”e di essersi posto la domanda: il popolo russo sta con Putin o no? Ed è su questa domanda che si è sviluppata l’intera relazione. Una statistica -ha rilevato Don Ordesio- dice che è con Putin l’83% dei cittadini, ma qual è il motivo, stanno realmente con Putin o con “la grande madre Russia”?. C’è una grande differenza -ha aggiunto- tra essere “tifosi” o essere “patrioti”. Noi occidentali siamo più tifosi, parteggiamo con accanimento per le nostre nazionali sportive, i russi invece si sentono più “fedeli” e sensibili alla loro madre Russia, alla loro terra. Sono dei patrioti che vedono nella Russia lo strumento che rende possibile il radicamento alla terra, una terra che considerano “sacra”, per cui danno la vita per la Russia. Non è poi facile dire se sono “cattivi”. Si dice che Putin sia contro l’occidente, ha il senso della sua patria, ma i valori e lo stile di vita non sempre coincidono. Non so -ha continuato- quanti dei nostri giovani sappiano cosa siano i valori reali. Anche i nostri giovani preti sembrano essere affetti da una “burocrazia elegante”. Mi sembra perciò che anche per noi si debba fare un passo indietro, ritornare cioè ai nostri valori fondativi.
Qui don Ordesio ha ricordato un suo articolo apparso sul numero di novembre del 2019 in cui diceva che ci voleva “un grande spavento” contro un vivere da spensierati gaudenti, egoisti e ambiziosi, affinché si potesse ritornare ad una realtà più civile e più seria. Così lo choc è arrivato, è venuta prima la pandemia, creando una situazione sociale ed economica dirompente di cui stiamo pagando le conseguenze e di cui non se ne vede ancora la fine, che ha visto e vede numerose famiglie sul lastrico. Ora, ancora peggio per il nostro futuro, abbiamo la guerra tra Russia e Ucraina con conseguenze che è ancora difficile immaginare. Allora -ha aggiunto- dobbiamo capire che il nostro modo di esistere deve cambiare, perché “tornare indietro”, ritrovare cioè uno stile di vita sostenibile e ricco di valori, non significa essere dei “tradizionalisti”.
Il relatore ha poi messo in evidenza i rapporti tra Chiesa e Stato in Occidente e in Oriente, con il dibattito, sul quale dei due sia più importante e preminente, avvenuto nel corso dei secoli. Oggi la Chiesa Ortodossa Russa è divisa in due, tra Bartolomeo Patriarca di Costantinopoli e Kirill Patriarca di Mosca. E’ chiaro che se perde il territorio dell’Ucraina l’ortodossia russa è in difficoltà e questo spiega la vicinanza di Kirill a Putin. Perciò, nolenti o volenti, Putin è un uomo della sua terra, radicato in essa, che porta con sé forse anche un “senso magico”. Questo non vuol dire che abbia ragione nel fare la guerra, anzi! E’ bene ricordare che la cultura russa è diversa dalla nostra, così come è diversa quella della Cina e quella araba. Su tutto e su tutti dovrebbe prevalere il dialogo, ma non sempre c’è chi è disposto a dialogare.
Sulla relazione sono poi intervenuti, su tematiche diverse, molti soci del Circolo, è stata anche notata la presenza del Generale di Corpo d’Armata Filiberto Cecchi, già Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, che ha fatto conoscere ai presenti alcune delle sue esperienze personali.