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La Giornata della Memoria
Alla presenza di tutte le autorità, militari, civili, religiose (in rappresentanza del Vescovo era presente Mons. Paolo Razzauti), nel salone conferenze della Prefettura di Livorno è stata celebrata “La giornata della memoria” con la presenza degli studenti delle Scuole Borsi, Benci e Bartolena.
Il Prefetto di Livorno, dottor D’Attilio, nel porgere il saluto ai presenti ha ricordato che il 27 gennaio 1945 venivano liberati i detenuti del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. Nel 2000 è stata istituita una Legge da parte del Parlamento italiano che ha creato “La giornata della memoria”. L’art. 2 della Legge prevede che siano realizzate delle iniziative per tramandare la memoria che simili eventi non possano più accadere. E’ compito delle Istituzioni – ha continuato il Prefetto- parlare ai giovani per far comprendere gli errori commessi nel passato, operando perché eventi così terribili non possano più ripetersi. Per “non dimenticare” dobbiamo utilizzare la memoria come antidoto perché tutto quello che è accaduto non si verifichi più e il nostro pensiero riconoscente va alle tante vittime. Il Sindaco, Luca Salvetti, dopo aver fatto il giro del salone incontrando i giovani, ha detto che la loro immagine “spettacolare e diversa” accoglieva tutta la comunità livornese. Le generazioni che avevano celebrato la Giornata dieci anni prima, avevano già trasmesso quei valori che i giovani oggi presenti continueranno a perpetuare nel tempo.
Il Presidente della Comunità Ebraica, Vittorio Mosserì, ha detto che una democrazia come la nostra non deve aver paura della propria storia, una storia che deve essere cosciente di quello che è successo evitando assoluzioni per il periodo fascista. L’antisemitismo è ancora una realtà di oggi e solo il 10% delle attività antisemite viene registrato, ciò impone a tutti di tenere “le antenne dritte”. Il fascismo è stato un tradimento verso la comunità ebraica se si pensa che gli ebrei hanno partecipato alla spedizione dei Mille, al Risorgimento, e sono caduti nella Prima Guerra Mondiale. Duecento ebrei livornesi sono stati deportati nei campi di sterminio, tutto quello che è avvenuto deve spingerci oggi a difendere i valori democratici.
Il Professor Simonetti ha messo poi in rilievo che è compito della scuola far sì che la storia diventi attuale e “nostra”. Tutto quello che ci circonda è fatto di diversità, bisogna perciò interpretare le diversità e indirizzarle al bene di tutti. Quindi l’orchestra formata dai giovani studenti, diretti dal professor Bernini hanno magistralmente suonato un brano di Gustav Mahler.
E’ stato invitato a prendere la parola il dottor Ermanno Smulevich, relatore ufficiale della Giornata della memoria, che ha parlato del suo libro “Matti e angeli” dove evidenzia i fatti avvenuti nel corso degli anni alla sua famiglia di origine ebrea. Ha ricordato anche che di genocidi nella storia ce ne sono stati altri, oltre a quelli degli ebrei, come quelli degli Armeni, dei Tutsi in Ruanda, degli Ucraini da parte dei russi nella guerra mondiale. Ha anche chiarito che il fascismo, non solo quello nero, “è l’odio verso la democrazia, è l’odio verso i diritti”. Bisogna sempre combattere l’indifferenza, un concetto che ha ribadito più volte, perché “l’indifferente diventa un corresponsabile”.La tragedia ebraica si è potuta compiere a causa dell’indifferenza di tanti che non hanno voluto vedere quello che di male si stava compiendo. Gli ebrei sono stati sempre “un capro espiatorio”, sono duemila anni -ha aggiunto- che veniamo perseguitati. Gli ebrei primeggiano in molti campi e ciò è dovuto alla loro cultura, alla conoscenza, per questo diamo noia! Siamo scomodi per il potere, anche voi ragazzi dovreste diventare scomodi, affinare le vostre menti per essere critici.
I ragazzi delle Borsi e delle altre scuole hanno letto le loro riflessioni sul tema della memoria e l’orchestra ha eseguito altri brani.