La festa di Sant’Andrea

Una festa patronale decisamente più sottotono vista la situazione ma ugualmente e fortemente voluta dal parroco e dalla comunità.Dopo il triduo di preparazione del 26,27,28 Novembre, la parrocchia di Sant’Andrea Apostolo si prepara a festeggiare lunedì 30 Novembre con la celebrazione della Messa alle 8.00 alle 9.30 alle 11.00 e alle 18.00 (presieduta dai Vespri cantati).Una comunità che non si è mai fermata ma si è adattata al tempo di pandemia realizzando per ogni fedele il libretto con i canti della messa ad uso personale; uno strumento prezioso che in questo tempo è stato eliminato nelle parrocchie per evitare di diffondere il contagio ma che la comunità di Via del Seminario ha pensato di non far mancare regalando a ciascuno il proprio da portare con sé ad ogni celebrazione.

Il Commento al Vangelo di don Lorenzo Bianchi in occasione della festa di Sant’Andrea

Mt 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

La chiusura del mese di novembre è da sempre affidata alle mani dell’apostolo Andrea, il fratello di Simone: mani abili e dure come quelle di ogni buon pescatore, che tanti ne vediamo ogni giorno qui nella nostra città. Mani che, tuttavia, nella pagina che abbiamo appena letto saranno chiamate a ben altro tipo di pesca: se pescare pesci è stato il suo pane quotidiano sino a quel giorno, da allora in poi la preda è cambiata. Quelle mani, abituate a gettare le reti in mezzo al mare, ora sono chiamate a gettare la Parola del Signore in mezzo al mondo. Mani che oramai conoscono a memoria ogni trama della rete da pesca, incessantemente riparata di giorno per andare a finire in acqua all’alba, adesso devono imparare a conoscere gli insegnamenti di quel Gesù di Nazaret che li ha fatti suoi, apprendendo come riparare l’anima di chi si farà loro incontro. Essere discepoli, come essere pescatori, non si apprende in un giorno, ma è necessario quel “subito” nell’essere pronti ad accogliere la vita che si dispiega davanti.