La fede controcorrente

Forse il modo migliore per celebrare i dieci nuovi Santi proclamati dal Papa (domenica 15 maggio alle 10 in piazza San Pietro) è partire dai loro fallimenti umani. Prendiamo Charles de Foucauld, straordinario gigante delle fede, tanto da essere definito nell’ultima enciclica «fratello universale». A leggere la sua vita con le categorie laiche del successo, è stato un perdente totale. Zero conversioni, nessun istituto religioso fondato, ucciso proprio dai predoni da cui voleva difendere la comunità che aveva scelto di servire.

E lo stesso vale per Titus Brandsma, apostolo della buona stampa, assassinato in un lager nazista dalla dittatura criminale di cui denunciava gli orrori. E che dire di madre Santocanale che alle comodità da nobildonna preferì l’attenzione agli ultimi, ai diseredati, a quelli che non avevano la possibilità di contraccambiare nulla?

Il discorso cambia se leggiamo cosa hanno scritto, detto o fatto prima di morire. E allora scopriamo che Brandsma regalò un rosario all’infermiera che gli avrebbe iniettato il veleno fatale, che Santocanale salutò il mondo ripetendo il nome di Gesù, che frère Charles aveva sperato di arrivare «disarmato e muto davanti all’ingiustizia come Lui, lasciandomi come l’Agnello divino tosare e immolare senza fare resistenza né parlare, imitando in tutto Gesù a Nazareth e Gesù sulla croce».

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