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La costituzionalista. Violini: non c’è un diritto al suicidio assistito
«Cosa succederà martedì in Consulta? Bella domanda, ce lo stiamo chiedendo tutti». Il ‘tutti’ di Lorenza Violini, ordinario di Diritto costituzionale alla Statale di Milano, evidenzia le dimensioni del problema: la Corte costituzionale che ha invitato il Parlamento – pur con molti vincoli – a introdurre il suicidio assistito, e l’organo legislativo che non è riuscito a farlo entro il termine assegnatogli. Creando così il rischio concreto che sia la Corte a pronunciare l’ultima parola su un caso così problematico.
Da più parti è stato chiesto alla Corte un rinvio perché il Parlamento possa legiferare. Ritiene sia una via percorribile?Fino allo scoppio della recente crisi di governo nutrivo alcuni dubbi in proposito. Tecnicamente, la Corte, ponendo come data di scadenza il 24 settembre prossimo non si è auto-vincolata, ben potendo decidere di concedere ulteriore tempo al Parlamento. Al contempo, però, come è stato messo in luce anche da numerosi colleghi, la data fissata avrebbe in un certo qual modo legato le mani ai giudici costituzionali che tornando sui propri passi potrebbero pregiudicare la stessa credibilità e forza della Corte. I fatti di questa estate cambiano però forse le condizioni, rendendo a mio avviso abbastanza probabile un rinvio. La Corte conosce bene la situazione politica di Parlamento e Governo, per cui potrebbe ritenere comprensibile che non si sia riusciti ad approvare una legge nei tempi inizialmente indicati. Una richiesta che è anche giunta l’altro giorno dalla Presidente del Senato.
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