La celebrazione del Giovedì santo

Con la Messa in Coena Domini ha inizio il Triduo pasquale, quest’anno, alla presenza dei fedeli opportunamente distanziati e con l’immancabile mascherina. Monsignor Simone presiede nel Duomo di San Francesco a Livorno la Messa del Giovedì Santo. Il Covid riesce ancora ad impedire il rito della lavanda dei piedi, ma la positività del reale travalica questo ostacolo. L’uomo così afferma se stesso accettando una realtà che non si è data da sé.

Il Vescovo Simone ricorda che Giovedì Santo, Venerdì Santo e Sabato con la Notte formano un unico atto liturgico.  Una Messa che finisce il giorno di Pasqua e per questo motivo non può essere replicata nella stessa Chiesa. Nell’ultima cena Gesù celebra ritualmente quello che vivrà esistenzialmente nelle ore successive. Nella Messa in Coena Domini tutto si compie.

Noi stiamo in questa Celebrazione alle sorgenti dell’Eucarestia cioè il dono di Cristo stesso che si è fatto cibo. Tutto si gioca intorno a un pasto, l’ultima Cena. Gesù si dona, diventa Lui stesso cibo. Gesù quando verrà arrestato si dona fattivamente, condotto davanti al Sinedrio e in seguito inizierà la Sua flagellazione. Il segno è proprio questo dono di Cristo, uno strumento efficace della nostra redenzione. Segno e strumento, efficace di grazia, sono Sacramento. Cristo che si dona nella Sua cena è il Sacramento che ci salva e ci redime. Cristo dice: “Fate questo in memoria di me fino a quando io ritornerò in mezzo a voi.” Gesù ci rende partecipi alla Sua morte e Resurrezione attraverso questo rito dell’Ultima Cena. Tutto si compie il Giovedì Santo anche nell’estrema umiliazione di andare a lavare i piedi degli Apostoli, in estremo dono, affinché tutti siano purificati. Occorre però che la purificazione sia accolta. Giuda infatti non la vuole, tradisce Gesù vendendo il suo cuore a Satana. Il dono di Gesù, la Sua morte e Risurrezione è una grazia. Occorre vivere in una logica di dono. Gesù ci chiede di accogliere questo dono aprendo il nostro cuore. Il Signore vuole condurre tutti quanti in Paradiso, ma ognuno deve dire di sì a questo dono di Cristo.

Monsignor Simone invita i fedeli a partecipare alla Messa quotidiana come forma ordinaria della preghiera del cristiano. Il partecipare alla Eucarestia fa della vita di ciascuno un dono a Dio e ai fratelli.

Al termine della Messa di Cena Domini, il Vescovo Simone, proseguendo il rito pasquale, insieme ai fedeli presenti si è messo in Adorazione Eucaristica.

(l’omelia integrale

)