Istruzione, orientamento, formazione professionale, merito

A cura del circolo culturale “Il Centro” e dell’Associazione femminile FIDAPA , si è tenuto nei locali della Banca di Credito cooperativo di Castagneto Carducci, un incontro sul tema: “Istruzione, orientamento, formazione professionale, merito”. Il responsabile culturale della Banca si è detto convinto della necessità di “condividere tematiche importanti” come questa e di valorizzare le eccellenze del territorio. E, in questo senso, ha ricordato che negli stessi locali della Banca era visibile al pubblico una mostra fotografica e di illustri pittori livornesi sulla Livorno dell’800.

Quindi la nuova Presidente della FIDAPA, ls dottoressa Bonciani, ha detto che tra i temi che si potrebbero trattare in seguito c’è la problematica delle “carriere”. Il presidente del “Centro”, Fabio Del Nista, ha detto che con il tema di oggi si voleva trattare quelle che potevano essere “le attese” della scuola. Una scuola dove si sono passati “gli anni migliori della nostra vita”. Ha poi presentato i relatori, tre esponenti che “vivono le problematiche della scuola: Cristina Grieco, Andrea Simonetti e Pietro Caruso”.

La dottoressa Cristina Grieco ha iniziato evidenziando la necessità di ritrovarci spesso insieme perché i cambiamenti nella scuola avvengono in modo veloce. Come Presidente dell’INDIRE (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione, ricerca educativa) ha affermato che questo ente si conosce meno rispetto ad Invalsi, ma esso è una “articolazione del sistema scolastico”, è un istituto pubblico di ricerca educativa che vuole essere utile alla scuola. L’orientamento -ha continuato- si propone di non rifare le stesse vecchie scelte, ed è formativo secondo una didattica attiva che vuole evidenziare “le aspirazioni e gli interessi” dei ragazzi e anche le famiglie ne devono essere partecipi. Bisogna anche abbattere la correlazione tra profitto scolastico e realizzazione lavorativa. In questo senso è stato un “errore” diminuire la parte laboratoriale in certi Istituti. Bisogna anche abbattere il muro tra “scuola di maschi” e “scuola di femmine”, cioè fra istituti umanistici per le femmine e istituti tecnologici per i maschi. Bisogna perciò accettare la sfida di uno sforzo innovativo comune: ragazzi, genitori, docenti, dove tutti devono “collaborare”.

Andrea Simonetti, Provveditore agli studi, o meglio: Dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, ha evidenziato che la scuola è “un sistema complesso” che non può fare a meno del territorio in cui opera. Una scuola che ha dei “legami deboli” dove emerge, tra l’altro, anche un contenzioso con le famiglie in quanto da alcuni genitori “è rimessa in discussione” la valutazione che viene data dagli insegnanti. Nel processo educativo si richiede un mix tra “istruzione e formazione”, dove l’istruzione riguarda la parte delle discipline e la formazione riguarda la conoscenza, l’abilità e la competenza. In relazione alle differenze tra maschi e femmine è necessario far comprendere che le discipline sono “per tutti”. L’impegno è quello di una scuola che torni ad essere “un ascensore sociale”, lo era una volta ma non lo è più.

Pietro Caruso, Vice Presidente dell’Amministrazione Provinciale, Delegato alla composizione strutturale delle scuole superiori, ha sottolineato che è difficile far scegliere alle famiglie il futuro dei figli in terza media. Da notare anche che nelle scuole numerose, dove ci sono più ragazzi, più aumenta il prestigio di chi le dirige, e anche questo non è giusto. La realtà invece ci dice che è difficile trovare un idraulico o un elettricista, perciò un ragazzo può avere più soddisfazione dalla vita facendo una scelta diversa da quella voluta da un genitore che non vuole che il figlio “si sporchi le mani”. E’ necessario perciò “ripartire dal basso”, il “sistema” invece porta ad avere delle idee diverse da quelle che invece dovrebbero essere.

Sono seguiti numerosi interventi su: meritocrazia, l’autorevolezza nella scuola, la valorizzazione del capitale umano, l’orientamento che va fatto insieme alle famiglie in un rapporto, appunto, costruttivo tra scuola e famiglia e se la scuola è in continua evoluzione bisogna “gestire il cambiamento e la complessità proponendo un “nuovo modello” di scuola.