Parrocchie
Intervista a Frà Roberto Arcangeli
Arrivato nel 2016 insieme a padre Mario Testa, venne nominato vice parroco ed insieme sostituirono padre Mario Giovacchini alla guida della parrocchia della Ss. Trinità. Adesso dopo lo spostamento di padre Mario a Firenze nella scorsa primavera, padre Roberto, o meglio frà Roberto Arcangeli è divenuto a tutti gli effetti il nuovo parroco. Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio la sua persona e la sua storia.
Frà Roberto da quanto tempo sei a Livorno? Dove sei stato in precedenza?
Sono arrivato in Diocesi il 15 Settembre del 2016. Sono frate dal 2001, anno in cui sono entrato in convento: sono stato a San Casciano a fare un periodo di prova, poi ho fatto il noviziato a Camerino e ho preso i voti perpetui nel 2009 dopo aver studiato a Firenze. Sono stato ordinato sacerdote nel 2010 a Pescia, la mia diocesi di origine, essendo io nato a Montecatini.
Il mio primo incarico è stato a Grosseto, dove ho seguito subito i più giovani in una parrocchia del centro, mentre la mattina mi dedicavo agli ammalati, sono stato infatti cappellano dell’ospedale. Poi al convento di Pontedera per pochi mesi e successivamente, per due anni all’infermeria provinciale per dare aiuto ai frati più anziani. Infine qui a Livorno.
Come hai trovato questa comunità? È stato difficile raccogliere il testimone da padre Mario?
È una bella comunità. Mi trovo bene. Ho iniziato il mio incarico qui insieme a padre Mario ed insieme abbiamo sin da subito condiviso i progetti parrocchiali, per questo non è stato difficile poi raccogliere il testimone, anche se la sua partenza ci ha rattristato non poco. In particolare io mi sono sempre occupato della Gioventù Francescana e dei più giovani. Sto cercando di portare avanti quello che abbiamo iniziato insieme, come meglio posso.
Come sei diventato francescano?
Sono diventato francescano perché lo ha voluto il Signore! Non sono mai stato un assiduo frequentatore della parrocchia, poi avevo degli amici che si erano sposati in una comunità francescana a Montecatini e partecipavano ad un gruppo di preghiera; la cosa mi ha incuriosito e mi sono unito a loro… poi il Signore ha fatto tutto il resto… ed oggi eccomi qui con il saio addosso!
Hai qualche ‘pallino’ qualche idea particolare che ti piacerebbe realizzare in futuro?
I ragazzi! loro sono il mio “pallino”. Voglio che in parrocchia trovino un ambiente accogliente, che trovino qui un posto dove incontrarsi e incontrare Dio e capire quanto è bella la vita. Oltre a questo mi piacerebbe nei prossimi anni mettere a disposizione della comunità i tanti ambienti ancora inutilizzati. Stiamo sistemando teatro e salone, ma penso anche all’ala vecchia del convento, superstite ai bombardamenti: tutte realtà che vanno rimesse in sesto e donate ai fedeli perché ne facciano buon uso.
nella foto da sinistra
padre Mario Testa, padre Mario Giovacchini e padre Roberto Arcangeli