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Inaugurato in San Pietro l’allestimento della Natività e l’albero.
Il presepe di piazza San Pietro, inaugurato sabato 3 dicembre, ha quest’anno un cuore “verde”. Di legno sì, cedro e larice per la precisione, ma senza che nessun albero sia stato abbattuto. Né per la cupola alta fino a sette metri che riproduce la grotta di Betlemme, né per le 18 statue a grandezza naturale che raffigurano i personaggi. Si può dire, anzi, che questo è un presepe nato anche dalla tempesta. La famigerata tempesta Vaia del 2018 che sradicò centinaia di alberi. La culla di Gesù Bambino in particolare è stata ricavata dalla radice di una di quelle piante, eco del passo di Isaia «un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici», mentre il vortice che abbraccerà il Dio fatto uomo è fatto di vecchie travi di stalla, rami e radici abbandonati all’indomani di Vaia e reperiti nei comuni di Sutrio e Paluzza. Da Sutrio, infatti, suggestivo borgo di falegnami del Friuli Venezia Giulia, arriva la rappresentazione della natività. E sabato il Papa ha ricevuto in udienza sia la delegazione di questo paese (guidata dal sindaco Manlio Mattia e composta anche dagli undici scultori che hanno realizzato il presepe) sia quella di Rosello, il paese dell’Abruzzo che ha donato l’albero di piazza San Pietro, sia infine un gruppo del Guatemala, nazione da cui proviene il presepe che orna l’Aula Paolo VI.
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