In ricordo di don Marini

A dodici anni dalla sua morte vogliamo ricordare don Antonio Marini, con le parole e l’affetto di don Lorenzo Bianchi, che lo ha conosciuto da vicino.

Scrivere a distanza di tempo riguardo la figura di don Antonio non è affatto facile: il tempo da dodici anni si è preso parte dei ricordi e la consapevolezza che, in questo mondo, non potrò più incontrarlo non facilita le cose. Ad esempio, ho quasi del tutto dimenticato il timbro della sua voce, il che a chi lo ha conosciuto potrà sembrare strano: scavando nei ricordi, posso dire che aveva una voce baritonale e potente, ma se l’occasione lo richiedeva sapeva essere dolce e tranquillizzante. Altro tuttavia non ricordo sull’argomento.

Piuttosto, ciò che nella mia mente continua a resistere sono i momenti passati insieme, le numerosissime volte in cui veniva a cena a casa dei miei genitori, le due volte in cui siamo andati in vacanza assieme prima in Spagna e poi in Germania. Quei ricordi non svaniscono, l’oblio non ha potere su di loro, ma al contempo sono troppo personali per poter essere riversati su carta digitale, quindi non vi scriverò di essi.

Vorrei piuttosto lasciare qualche riga su un tratto che l’ha contraddistinto, ossia il sapersi prendere cura delle persone che incontrava. Chi lo ha conosciuto e lo ha visto ne può dare testimonianza e la sua testimonianza è vera: l’avere a cuore la sorte e il bene di chi aveva attorno è sempre stata la sua priorità, obiettivo che ha sempre perseguito con decisione, spesso andando anche contro il suo carattere brusco. Carattere che sapeva ben sfruttare per questo scopo: un ammonimento da parte sua valeva più di intere lezioni.

Ad aiutarlo in questo suo viaggio c’è stato anche il suo grande impegno per la cultura e per la formazione: molti degli attuali sacerdoti, non solo della nostra diocesi ma anche delle diocesi attorno a noi, sono passati sotto il suo rigoroso e attento giudizio durante gli anni di studio. Non solo, anche molti catechisti o semplici laici desiderosi di conoscere meglio il Signore, hanno avuto modo di apprezzare il suo sapere e la sua passione per trasmetterlo.

Credo però che ora basti: come dicevo all’inizio, il tempo da più di un decennio avanza inesorabile. Molte cose avrei voluto dirgli ma non ne ho avuto occasione, altrettante da mostrargli ma senza possibilità alcuna di farlo. Colui però che il tempo l’ha creato, sta sempre badando a don Antonio, e questo è sufficiente.