In 170 Paesi la preghiera delle donne che unisce il mondo

Sopra un cielo scuro si stagliano le orchidee farfalla fucsia, il fagiano mikado e la spatola dalla faccia nera. Queste specie di Taiwan in via di estinzione simboleggiano fiducia e perseveranza nelle difficoltà. Dal buio emerge una luce alla quale è diretto il volto di una donna. Il dipinto, dell’artista Hui-Wen Hsiao, è il biglietto da visita della Giornata mondiale di preghiera (Gmp) 2023 che si celebra oggi – primo venerdì del mese di marzo – in oltre 170 nazioni.

L’iniziativa, oggi promossa da donne cristiane di confessione evangelica, cattolica e ortodossa, ebbe inizio nel 1927, ma le sue radici risalgono alla metà dell’Ottocento nell’attivismo di donne cristiane battiste, metodiste e presbiteriane che organizzavano riunioni di preghiera a favore delle missioni estere e interne, diffondevano l’Evangelo e promuovevano l’alfabetizzazione e la cura di donne e bambini.

Nel 1910 oltre duecento attiviste parteciparono alla Conferenza missionaria mondiale di Edimburgo, alcune come delegate con diritto di voto. Le romano-cattoliche aderirono alla Gmp più tardi: in Italia dopo l’inizio del Concilio Vaticano II, aperto da Giovanni XXIII il 12 ottobre 1962 nella Basilica di San Pietro.

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