News
Il Vangelo secondo gli animali
Padre Maurizio De Sanctis, Passionista, parroco di Santa Rosa, nel quartiere livornese della “La Rosa”, ha dato alle stampe un volume: “Dal Vangelo secondo gli animali” che già dal titolo non mancherà di sollevare qualche interrogativo. In apertura il libro riporta un significativo scritto: “Perché amare gli animali” di Madre Teresa di Calcutta, in cui, tra l’altro, dice: “Perché sono eterni bambini … perché sanno amare con lealtà e fedeltà … se imparassimo ad amarli come meritano, saremmo molto vicini a Dio”. Il testo si avvale della prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi che evidenzia come la Bibbia sia forse il testo sacro più affollato da uno straordinario bestiario (lo stesso Padre Maurizio puntualizza poi che gli animali sono citati per ben 3594 volte), in cui l’agnello è l’emblema di Cristo e la colomba incarna lo Spirito Santo. Citando i più conosciuti autori di favole, il Cardinale definisce gli animali “nostri fratelli minori, maestri di vita per gli uomini” e si chiede se la loro compagnia continuerà anche dopo la loro e la nostra morte. Al termine del volume Padre Maurizio esprime il suo giudizio.
Scrive subito che “il Creatore ha voluto risparmiare gli uomini e gli animali salvandoli mediante l’arca di Noè “, si potrebbe già dire: una unica salvazione, un unico destino. Sono tredici gli animali che l’autore del libro prende in esame, terminando con gli uccelli del cielo e i pesci del mare. Di ogni animale ne viene chiarita la propria caratteristica e se ne traggono alcune conseguenze di ordine morale e materiale. Un esempio? Nella cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme, dove si vendevano e si compravano gli animali, il messaggio di Gesù è chiaro: basta commerciare sulla pelle degli animali! E ancora: tra i peccati vi sono anche le violenze sugli animali, gli abbandoni e i maltrattamenti. Infatti tutti siamo a conoscenza dei tanti animali abbandonati sulle autostrade. Parlando delle capre, della loro differenza dalle pecore, Padre Maurizio trova l’ammonimento del giudizio universale, per cui “una vita incentrata su se stessi, senza nessun interesse per le cose create: animali, vegetali, che significato può avere? Una vita senza amore è un fallimento totale!”. E i lupi? L’Evangelista Matteo scrive: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci”, e Padre Maurizio può dire: Vi sono persone che esteriormente sembrano per bene, buone, brave, ma interiormente sono disoneste, cattive, violente. Poi: Asini e cavalli. La cavalcatura dell’asinello (Gesù lo sceglie per il suo ingresso a Gerusalemme) è propria del portatore di pace, a differenza di una cavalcatura di un cavallo che indica la guerra. Infatti nei dipinti delle antiche scene di guerra non ci sono asinelli ma cavalli riccamente bardati nel fragore degli scontri. I cammelli invece ci fanno riflettere sul nostro modo di vestirci, ben lontani dal vestito del Battista! I nostri abiti spesso sono confezionati con la pelle degli animali, così l’autore scrive: “Quanti animali uccisi per le “nostre” sontuose pellicce!”.
Padre Maurizio è anche un teologo e nel citare gli animali trova sempre il modo di far emergere gli insegnamenti di Gesù e della Chiesa. Gli Evangelisti sono sempre chiamati in causa, o uno per volta o addirittura tutti e quattro insieme, con le varie sfumature, come avviene per il canto del gallo, quando Pietro rinnegherò tre volte Gesù. “Il canto del gallo ricorda, e a tutti noi, il grave rischio di rinnegare Gesù”. Gli uccelli del cielo vengono nutriti dal Padre celeste e Gesù, rivolto agli uomini può dire. “Quanto più degli uccelli voi valete!. L’abbondanza dei pesci nella pesca miracolosa “esprime l’abbondanza della grazia di Dio”.
Ci sarà dunque un Paradiso anche per gli animali? Anche se non tutti sono d’accordo, Padre Maurizio afferma: “se in Paradiso siamo chiamati a vivere la pienezza della gioia, come potremo essere felici senza gli animali che tanto hanno allietato la nostra vita terrena?” E i gatti? Di loro nella Bibbia non se ne parla. Ma c’è posto anche per loro! Perché “gli anomali sono “un regalo di Dio”, un dono del Dio creatore all’uomo creato”.