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Il vademecum della lotta al diavolo
Il più grande successo del demonio, il suo maggiore inganno… sono due, o meglio è doppio. Da un lato chiama in causa chi non crede che esista, dall’altro, per così dire, chi ci crede troppo. Scrive C. S. Lewis nelle Lettere di Berlicche che «vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali la nostra razza può cadere nei riguardi dei diavoli. Uno è quello di non credere alla loro esistenza. L’altro, di credervi, e di sentire per essi un interesse eccessivo e non sano. I diavoli sono contenti d’ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il materialista e il mago». Del medesimo tenore le parole di Charles Baudelaire così come l’agnostico André Gide: «Non credo nel diavolo. Ma è proprio quello che il diavolo spera, che non si creda in lui».
Eppure al di là dei richiami dotti, per uscire dall’inganno ai credenti basta un gesto semplice semplice: aprire i Vangeli. Che testimoniano come Gesù nella sua vita terrena abbia lottato contro la presenza demoniaca, sia insegnando a vincerne le seduzioni e soffrendole personalmente nel deserto, sia soccorrendo chi ne era caduto vittima. Un compito, quest’ultimo, a imitazione del quale operano gli esorcisti, cui la Chiesa affida un fondamentale servizio di liberazione e consolazione. Guarda innanzitutto a loro il volume Linee guida per il ministero dell’esorcismo. Alla luce del rituale vigente. appena pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova (pagine 306; euro 23), un vademecum riservato inizialmente ai soli “addetti ai lavori” e che ora viene reso disponibile a tutti. Frutto di un lungo studio dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie) che lo cura, il libro, si legge nella presentazione, è in primo luogo uno strumento offerto a questi sacerdoti per utilizzare, nell’esercizio del loro munus, prassi e metodi corrispondenti alle norme con le quali la Chiesa ne regola il ministero.
Inoltre serve per la formazione iniziale dei candidati e dei loro collaboratori. Infine può facilitare il discernimento da parte di Conferenze episcopali, singole diocesi o altre realtà ecclesiali di fronte ai casi di chi, ed è un fenomeno in aumento, si reputi bisognoso dell’intervento dell’esorcista. Visto con gli occhi del semplice fedele, invece, il libro rap- presenta un viaggio ricco e articolato alla scoperta della presenza reale del maligno e di come contrastarla e combatterla. Un percorso di conoscenza rigoroso, senza cedimenti agli eccessi di spettacolarizzazione che solitamente su questo tema accompagnano molto cinema e letteratura. Punto di partenza, e a ben vedere non potrebbe essere altrimenti, è la consapevolezza dell’amore provvidente di Dio, Padre che si prende cura di tutte le sue creature.
Al tempo stesso però il maligno c’è e le sue azioni sono purtroppo concrete ed efficaci. Ci hanno voluto far credere «che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea, l’idea del male» – ha detto papa Francesco il 30 ottobre 2014 nell’omelia della Messa in Casa Santa Marta –. Invece «esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui». «Non pensiamo che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea – spiegò Paolo VI nell’udienza generale del 15 novembre 1972 – . Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti». La lotta infatti dev’essere concreta, puntuale. E parte dalla conoscenza del modo di agire di Satana che può entrare nella vita dell’uomo in modo ordinario, attraverso la tentazione o in maniera straordinaria con i fenomeni della possessione, dell’ossessione, della vessazione e dell’infestazione. «Per farci veramente del male – sottolinea papa Francesco nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate – il demonio non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l’odio, con la tristezza, con l’invidia, con i vizi. E così mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita, le nostre famiglie e le nostre comunità».
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