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Il suo amore resterà
Un’assemblea raccolta e in un clima di serena comunione, ha partecipato all’incontro di chiusura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei cristiani presso la Chiesa Valdese. Il tema di riflessione proposto quest’anno “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Gv 15, 5-9) è stato preparato dalla Comunità monastica di Grandchamp e il pastore Valdese in questa occasione ha proposto la sua riflessione all’assemblea presente che ha visto la partecipazione delle varie Chiese Cristiane presenti a Livorno e alle realtà ecumeniche della nostra Diocesi.
Il Pastore Daniele Buochard durante il sermone, ha osservato quanto sia necessario per comprendere la pericope in oggetto, ricostruire il contesto dell’ultima sera quando Gesù lava i piedi agli Apostoli e dà loro le ultime raccomandazioni. Nel capitolo precedente (14) Gesù parla della sua morte e dello Spirito che li consolerà, e il capitolo si conclude con l’invito ad alzarsi ad andare via. Quindi abbiamo al capitolo 15 e 16 Gesù che parla con loro e al capitolo 18 gli Apostoli se ne vanno. Considerando quindi le parole del passo letto, vediamo che Gesù è in piedi, all’uscio; c’è una precarietà di fondo e anche spaziale; dal luogo della cena, all’esterno, al buio, mentre stanno uscendo. In questa situazione, Gesù stesso però continua ad essere la “Vite che in comunione con i tralci” e sarà tale da produrre il frutto anche dopo la sua morte in croce e le sue parole continueranno anche dopo di Lui. Il dialogo sarà cosi forte che continuerà anche dopo ed esaudirà le loro richieste. Il suo amore permarrà. Se però loro si allontaneranno da Lui, essi recideranno se stessi dalla pianta . Siamo in una situazione paradossale; Gesù si separa da loro, ma rimane con loro, mentre l’uomo se si assenta da Lui è perso. Al principio abbiamo gli Apostoli che pensavano in un suo ritorno in breve tempo. Invece sono passati 2000 anni e i cristiani ogni volta che si sono allontanati dal loro Maestro, hanno avuto momenti in cui hanno creato grandi fratture e invece di stare in piedi come Gesù, si sono accomodati e seduti; pur leggendo queste parole, essi si sono allontanati dalla loro vocazione alla comunione.
Le Chiese devono sempre rinnovare la presenza di Gesù con attenzione, devono sentire il Signore che sempre ci nutre e ci sostiene. Le immagini che questo testo ci presenta sono la vite, il tralcio e il vignaiolo, e ci aiuta in modo formidabile a tenere vivo il legame col Maestro. Gesù si esprime con immagini e non concetti e noi veniamo aiutati a sentire la sua presenza: “Sentiamo questo vignaiolo che tocca questa vigna e sentiamoci dei tralci, e sentiamo questi frutti che crescono a poco a poco dentro di noi per donarli agli altri e al Signore. Queste immagini ci offrono la comprensione per essere Chiesa e ci dicono che sempre il Signore rinnova e ci fa sentire in comunione tra noi e il Cristo. Siamo tralci diversi , ma uniti ad unica Vite. Le Chiese sono i tralci e ciascuna Chiesa se unita alla vite, produce frutti che pendono dai rami di ciascuna Chiesa ma a partire dalla vite. L’ecumenismo è vero se vissuto in questo modo e porterà frutti e lode al Signore”.
Andrea Zargani Direttore dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo, a conclusione della liturgia ha voluto porgere un saluto e ringraziamento a tutte le Chiese presenti sottolineando come ciascuno di noi ha il compito e responsabilità di esprimere questa comune radice. Ha anche espresso i saluti del Vescovo e infine ha invitato a vivere questa comunione. “Nonostante il Covid ci siamo ritrovati a pregare e Livorno continua la sua tradizione al dialogo e al camminare insieme nel solco di quella sollecitazione di quell’unico Dio di cui siamo figli”.