Il rientro in Italia della bambina abbandonata

La piccola Serenella è nata nell’agosto 2020 in Ucraina da madre surrogata. La coppia committente italiana ha riconosciuto la neonata ma poi l’ha affidata, per motivi non noti, a una baby sitter. Dopo un anno, la donna ha segnalato la “scomparsa” della coppia, e si è messo in moto il procedimento giudiziario con l’ambasciata italiana a Kiev. Giovedì sera la bambina è stata portata in Italia e affidata a una famiglia, in attesa di adozione.

«In 23 anni di carriera, sono sempre andato all’estero per stanare e riportare in Italia, in manette, boss mafiosi e pericolosi ricercati. Stavolta, invece, ho portato in braccio nel volo da Kiev a Milano una frugoletta, bella come il sole e tenerissima. Nel sonno, aveva l’indice e il medio di una manina incrociati, come per augurare a se stessa buona fortuna. L’ho cullata e le ho preparato la pappa. Io ho una bambina di 8 anni e sono allenato. Ma è stato commovente, non lo scorderò mai… ».

L’ispettore di Polizia Antonio Ricci è uno sbirro vecchio stampo. A dispetto dell’omonimia col celebre autore tv, non ama la ribalta ed è molto riservato. Lavora per lo Scip, il servizio interforze per la cooperazione di polizia, ed è un cacciatore di latitanti. Stavolta però, racconta ad Avvenire, la missione affidatagli era diversa, e forse ancor più “speciale”: «Mi ha chiamato la mia dirigente e mi ha detto: Antonio, qui occorre, insieme alla professionalità di poliziotto, la tua sensibilità di papà». È toccato a lui infatti riportare in Italia Serenella (nome di fantasia, quello vero è ispirato a una fata) la bimba nata da utero in affitto nell’agosto 2020 in Ucraina ma abbandonata alla nascita alle cure di una tata dalla coppia italiana che l’aveva “commissionata”. Sul piano burocratico, aggiunge l’ispettore, «nessun intoppo, perché la bimba è cittadina italiana».

Insieme a Ricci, è partita Carolina Casini, pediatra all’ospedale romano Sant’Andrea e volontaria della Croce Rossa, in un team di 4 persone composto anche da un’agente di polizia e dall’infermiera volontaria Halina Landesberg. «La tata ci ha consegnato una valigia di 23 chili, con tutte le cose della bambina – racconta la dottoressa Casini – e una busta chiusa. Ci ha pregato, piangendo, di farla avere alla famiglia che adotterà Serenella. Contiene le foto di un anno di vita, i momenti importanti». Carolina ha 49 anni e due figli che studiano medicina. È salita sulle navi dei migranti, è stata in Kenya, a Gaza, in Israele: non è la prima volta che traghetta persone da una vita all’altra. Ma tenere in braccio la piccola è stata anche per lei un’emozione grande: «Mi trovavo nel momento più difficile della mia vita. Un mese fa ho perso mio fratello. Essere chiamata dal presidente della Croce Rossa, Rocca, a partecipare a questa operazione mi ha riportato alla vita», confida. Poi rabbrividisce pensando all’intera vicenda: «Spero che sia un monito a non ripetere questo orrore. Forzare la natura per far nascere un figlio e poi abbandonarlo… ».

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