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Il ricordo del Serra Club
J. H. Newman nasce nel 1801, muore nel 1890 a Edgbaston, Birmingham, Regno Unito. Presbitero protestante, si converte al cattolicesimo (1845) e ne diventa ministro.
Un divenire stringente, pieno di dubbi, di sofferenze fisiche, psichiche, spirituali. Lotta con sé stesso e il creatore (myself my Creator) che lo vuole per sé e la sua chiesa. Infine: “È fatta … Sono tuo mio Signore …”.
Di lui, dicono:
Leone XIII, conferendogli la berretta cardinalizia: “il mio cardinale”;
Pio XII: “Acerrimus Veritatis Investigator”
Paolo VI: “Guidato solo dall’amore della Verità e della fedeltà a Cristo ha tracciato un cammino il più impegnativo, ma anche il più grande, il più significativo, il più risolutivo che il pensiero umano ha mai intrapreso durante il secolo scorso anzi si potrebbe dire durante il tempo moderno per arrivare alla pienezza della sapienza della pace”
-Giovanni Paolo II lo vuole Venerabile (1991);
-Benedetto XVI Beato (2010).
-Papa Francesco gli conferisce gli onori dell’altare il 13 ottobre del 2019.
Un personaggio immenso, teologo, filosofo, educatore, scrittore. Suggeritore del divenire della Chiesa come confermato nel Concilio Vaticano II, nel quale di lui si disse “il Grande Assente”.
Il Serra Club di Livorno che, da anni opera nella città per la valorizzazione della vocazione sacerdotale, proponendosi altresì di penetrare nel tessuto connettivo cittadino e viverne i problemi, ha adottato il Santo, “Livornese” dal 5 al 20 giugno del 1879. Ricevuta la berretta cardinalizia si fermò a Livorno, ospite dell’Hotel Anglo americano sito sul viale Regina Margherita, ora viale Italia, angolo via Carlo Mayer, non in esercizio da decenni.
Il Serra Club, il 30 novembre 2012, vi ha posto una lapide a ricordo, nella quale si legge: Acerrimus Veritatis Investigator. Uno scritto che vuole parlare al passante, che vuole cultore della Verità.
“[Newman] votato alla luce della Verità, oggi un faro sempre più luminoso per tutti quelli che sono alla ricerca di un preciso orientamento e di una direzione sicura attraverso le incertezze sempre più chiaramente nei nostri giorni” (Paolo VI).
“Senza verità, senza fiducia ed amore per il vero non c’è coscienza e responsabilità sociale e l’agire sociale cade in balia del privato interesse e di logiche di potere con effetto disgregativo nella società” (Benedetto XVI).
Non c’è da chiedersi se da un “livornese per caso” c’è da imparare qualcosa? Il Serra propone, molto umilmente l’interrogativo alla città.
Vi sono delle mezze verità, che tutti viviamo nell’odierno vivere sociale che costituiscono elementi disgregativi: mezze verità che fanno dell’UOMO PERSONA, fondamento di una sana società, un individuo che sa di egoismo, non di comunione. Comunione che vuol dire alterità, dove l’uno parla all’altro, cuore a cuore.
COR AD COR LOQUITUR, ci dice Newman. Verità che esprime amore, vicinanza. Verità che è coscienza, libertà. Tutti sani ed essenziali elementi per un vivere civile.
Questo, tutto questo, a nome di un santo, vuol che dire quella lapide cerca colloquio con il passante. Ed il Serra ne ha voluto essere il tramite.
È questo l’umanesimo sociale e spirituale di cui tutti abbiamo bisogno?
Livorno, 13 ottobre 2021
A tre anni di J. H. Newman, Santo
Per Lei.
Per Loro: Paolo Lugetti, Giovanni Mancusi, Marco Creatini,
Serrani recentemente scomparsi.
Paolo Mirenda