News
Il progetto Gemma e la sua evoluzione
Un bimbo, anche se del tutto imprevisto e inatteso, è motivo di gioia e di speranza. Lo sanno bene le mamme dei 24 mila bambini nati grazie al Progetto Gemma, un servizio per l’adozione prenatale a distanza di donne in difficoltà tentate di non accogliere il proprio figlio, che ha appena compiuto 25 anni. Molti di questi ragazzi “salvati”, come li chiamano gli operatori del progetto, sono ormai giovani adulti; i più piccoli sono i 513 nati nel 2018.
Creato nel 1994 dal Movimento per la vita (Mpv) su idea, fra gli altri, di Silvio Ghielmi che ne fu responsabile fino al 2002, e sviluppato attraverso la Fondazione Vita nova di Milano, Progetto Gemma ruota intorno all’idea – rivelatasi vincente – di offrire ad una mamma in difficoltà un sostegno economico per consentirle di portare a termine con serenità il periodo di gestazione, accompagnandola nel primo anno di vita del bambino. Un modo per collaborare con gli oltre 340 Centri di aiuto alla vita (Cav) che offrono in tutta Italia accoglienza e sostegno alle maternità più contrastate. Il funzionamento è semplice: un singolo, un gruppo di persone, un’associazione, assumono l’impegno di sostenere una mamma nei sei mesi precedenti la nascita e nei dodici successivi,versando 160 euro al mese, per un totale di 2.880 euro.
Un’adozione simbolica che crea legami perché chi si fa carico di queste mamme, se esse lo consentono, può avere notizie dei bambini nati e seguirne la crescita. “Quante vite umane avete salvato dalla morte!” aveva scritto il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti nel messaggio agli oltre 500 volontari che lo scorso novembre hanno partecipato al 39° convegno nazionale di Mpv, Cav e Case di accoglienza nel corso del quale è stato ricordato anche il 25° di Progetto Gemma.
“Se l’anno scorso –(continua a leggere https://agensir.it/italia/2020/01/04/mamme-in-difficolta-progetto-gemma-24mila-bambini-salvati-in-25-anni-513-nel-2018/)